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Alessandra Corona: “In America sono cresciuta tanto artisticamente, ma non posso dimenticare ciò che ho imparato dai grandi maestri italiani”

Alessandra Corona

La compagnia americana “A Corona Works” lo scorso ottobre ha presentato in prima mondiale assoluta, in America e in Italia, “Dinner with friends”, uno spettacolo di danza-musica-teatro che si propone come una versione moderna e inedita del celebre “Don Chisciotte” di Cervantes. Alessandra Corona, direttrice della compagnia, racconta al giornaledelladanza com’è nato  questo progetto.

In questi giorni ha debuttato a New York “Dinner with friends”, con repliche anche a Roma, uno spettacolo multiforme, che trae origine da una tua idea, quale?

La prima idea è stata semplicemente quella di dover riunire artisti di altissimo livello professionale, per questo progetto siamo in sei. La produzione vede tutti noi in scena alla ricerca del nostro “sogno impossibile”, attraverso le suggestioni della danza e sulla partitura musicale del compositore Thomas Lentakis, unita alle musioche di Astor Piazzolla, Mariano Mores, George Bizet e Ludwig Minkus.

“Dinner with friends”… perché questo titolo?

Perché normalmente, durante una cena con amici per celebrare ricorrenze o feste, ci si diverte e può succedere di tutto e di più. Per questo spettacolo, durante la cena, il nostro divertimento smuove le emozioni di un giovane attore che vuole fare parte di questa celebrazione e per farsi invitare si inventa il ruolo del Don Chisciotte. Si crea così un’altra dimensione nell’idea originale.

Chi sono gli artisti che hanno partecipato al progetto?

Oltre a me, gli altri artisti sono Ruben Celiberti, Herman Payne, Ilene Bergelson, Liliana Morales, Mitchell Conway. La regia e la coreografia sono state affidate a Mario Piazza, con Ludovic Party come assistente. Altri contributi coreografici sono di Ramon Oller, Guido Tuveri, Pedro Ruiz. Ho trovato artisti unici, ognuno di noi ha qualcosa di diverso da offrire.

Che cos’è “A Corona Works”?

A Corona Works è il nome della compagnia che produce progetti di questi tipo, multidisciplinari, con danza, musica, canto, teatro, sto cercando una nuova forma di fare spettacolo.

Hai riscontrato delle differenze tra il pubblico americano e quello italiano?

Sia il pubblico americano che quello italiano ha apprezzato il talento e la nostra generosità artistica sulla scena. In America sono cresciuta sicuramente tanto artisticamente, ma non posso dimenticare anche tutto quello che ho imparato dai grandi maestri italiani.

Può sembrare una domanda banale, ma in fondo esprime il senso profondo di ogni artista: che cos’è la danza per te?

La danza per me è felicità. Un amore con A maiuscola… la vita… tutto.

 

Lorena Coppola

www.giornaledelladanza.com

 

 

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