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Andreea Monalisa e Harpreet Saini: la danza unisce popoli e continenti

Andreea Monalisa e Harpreet Saini: la danza unisce popoli e continenti

 

Maestri di danza indiana, ballerini e coreografi del gruppo di ballo Akshara, Andreea Monalisa e Harpreet Saini insegnano da anni in Italia diverse discipline di danza. Reduce da un viaggio in India per seguire corsi di danza, Andreea si è esibita al Concorso Nazionale di Danza Orientale Ishtar a Roma, al Festival dell’Oriente con conferenza sulla danza indiana dal titolo “il Kathak nel Bollywood”, con il gruppo di danza Akshara all’interno dello spettacolo “Indialucia”. Harpreet Saini, insegnante e ballerino, ha partecipato alla Festa dei Popoli di Bari, al Ya Salam Apulia Festival dove si esibisce insieme a Sunny Singh, coreografo e ballerino Bollywood, al Teatro Margherita. Attualmente insegnano a Bari e propongono seminari in tutta Italia.

 

Qual è stato il vostro primo approccio alla danza in generale?

Andreea: Devo dire che da piccola mi sono approcciata prima alla musica, studiando il pianoforte per sette anni presso il Collegio di Belle Arti “Octav Bancila” di Iasi (Romania), l’arte è sempre stata un’importante parte di me in tutte le sue forme. In seguito mi sono allontanata per un po’ da lei (l’arte) ma come un vero amore, l’ho ritrovata qualche anno dopo nella danza, prima come “coreografo” per mia sorella e poi come ballerina, studiosa e poi come maestra, ma resto sempre studiosa perché come dico sempre non finiamo mai di imparare nella vita.

Harpreet: Più o meno dieci anni fa, quando ho ballato per la prima volta al Vaisaki (La Festa della Primavera) in India. Mi ricordo che mi è piaciuto cosi tanto che ho deciso di studiare danza. Abbiamo formato una squadra insieme ad alcuni amici anche loro appassionati di danza, che si chiamava “Char di Jawaani” e chiamavamo un maestro che ci insegnava il Bhangra a casa, come tante volte si usa da noi.

Quali stili di danza avete incominciato a prediligere?

Andreea: Sono entrata in contatto prima con la danza classica, ma solo da esterna, ho avuto un breve periodo in cui mi sono approcciata alla danza moderna, specialmente il breakdance per poi ritrovare la passione dell’infanzia verso l’India e tutto ciò che la riguarda, con un occhio verso la bellezza delle danze che raccontavano storie d’amore nei film Bollywood, una danza che volevo tanto conoscere e studiare.

Harpreet: Il Bhangra naturalmente.

Cosa vi sentite di dire in merito all’insegnamento del ballo in Italia?

Andreea: La danza Bollywood bisogna ancora “farsi strada” in Italia, soprattutto qui al sud, tuttavia sono contenta vedere gente che rimane folgorata quando la vede o la prova per la prima volta. Comunque bisogna sempre studiare prima di buttarsi nell’insegnamento per poter offrire qualità, e molte volte sembra che ci sono più maestri che allievi e allora ci si chiede spesso a chi insegnano. Per fortuna ci sono delle ottime scuole che ci tengono a quello che offrono e sono molto attente alla qualità.

Harpreet: La gente è entusiasta e molto interessata alla danza e le piace provare una cosa nuova, per cui mi sento fortunato di poter portare un pezzo della mia terra. Infatti l’insegnare danza in Italia è partita proprio dalla gente, dalle richieste degli amici.

Cosa vuol dire fare danza oggi? E che cos’è per voi la danza.

Andreea: Fare danza oggi non è facile perché purtroppo viene sempre meno considerata e perché poco retribuita, si chiede tanto e si offre poco, per cui non poter vivere di danza purtroppo limita molto, il tempo che dedichi alle prove, a quello che vuoi fare, ci sono sacrifici e salti mortali che un ballerino deve fare. C’è chi sceglie di vivere di danza e chi come me sa che non lo può fare e allora il lavoro si raddoppia, devi provare quando hai un po’ di tempo libero, ovunque ti trovi, anche in treno. Per me la danza è libertà, quando ballo libero un qualcosa di me che altrimenti starebbe rinchiuso da qualche parte, mi fa sognare e mi trasporta nel tempo e nello spazio. Per me la danza è una storia, un racconto perché è nata cosi nella mia mente sin da piccola.

Harpreet: Per me la danza è una gioia, mi fa sentire vivo, mi da energia, mi riporta a casa. Quando ballo il mio corpo si trasforma, qualsiasi problema va via e io sono felice.

Parliamo del vostro stile applicato all’Occidente.

Andreea: La danza Bollywood ha molto a che fare con l’Occidente, perché segue sempre le tendenze occidentali in materia di stile per cui viene applicata tantissimo. Effettivamente guardando alcuni film Bollywood riuscirete a capire il periodo in cui sono usciti tramite i costumi e le acconciature degli attori, ma soprattutto per la musica e la danza. C’è stato il periodo twist, quello rock, il disco, il dance pop, adesso c’è di tutto. Un’altra componente importante è la danza classica indiana, con le sue varie forme, che hanno tanto della disciplina e del rigore della danza classica occidentale, per cui chi ha studiato danza classica in Occidente si troverà bene anche con una o più forme di danza classica indiana.

Harpreet: Anche il Bhangra, ormai ha subito delle contaminazioni di hip hop, dance, moderno, per cui si parla molto di fusion ultimamente, si cerca sempre di portare un qualcosa di nuovo, di sorprendere il pubblico.

In merito alla danza di coppia, cosa provate a esprimervi insieme?

Andreea: Le scritture antiche indiane sono piene di storie d’amore, la storia indiana anche. In tutte le parti dell’India l’amore è stato sempre elogiato partendo dalle divinità e arrivando alla gente comune, passando naturalmente per principi e principesse che hanno sacrificato la loro vita per la persona amata, per cui anche la danza indiana di qualsiasi tipo parla molto dell’amore in tutte le sue forme.

Harpreet: Oggi, tante delle canzoni su cui balliamo parlano appunto quasi sempre di una storia d’amore, per cui il concetto principale è questo.

Spettacoli in vista per questo nuovo anno?

Andreea: Si, naturalmente. Stiamo già lavorando ad alcuni progetti e man mano arriveranno gli altri. Abbiamo tante idee e vorremo metterle in pratica, ma preferiamo fare passi piccoli ma sicuri e di qualità, anziché buttarci in cose che non ci convincono. Almeno io sono così. Sono molto orgogliosa del gruppo Akshara, dell’armonia che c’è nel gruppo e del fatto che ci accomunano tante cose, di quello che siamo riusciti a fare in così poco tempo, ma siamo consapevoli che c’è ancora tanto da lavorare e migliorare per cui ci sarà sempre un qualcosa da fare.

Harpreet: Voglio portare avanti alcune attività del Sikhi Sewa Society sulla cultura e sulla religione Sikh e anche alcuni progetti di danza a cui stiamo lavorando.

Se doveste consigliare di intraprendere questa disciplina, cosa direste?

Andreea: Consiglio assolutamente di intraprenderla perché l’arte può portare solo delle belle persone nella vita, può arricchire e può cambiare tutto in un attimo, ma bisogna sempre farlo con tanto di buon senso e di umiltà, perché non c’è mai fine allo studio e all’allenamento. D’altronde a me questa strada ha portato tante belle persone nella vita, mi ha portato gli amici che ho e con cui condividiamo tante belle cose, mi ha portato il gruppo Akshara, i fantastici maestri con cui ho studiato e con i quali non vedo l’ora di studiare ancora, mi ha portato l’amore e la voglia di migliorare sempre, di oltrepassare i propri limiti e di non fermarmi mai.

Harpreet: La danza porta gioia, porta belle persone, ti fa conoscere te stesso e gli altri. A me ha cambiato molto, sono diventato molto più aperto, più intraprendente e più desideroso di far conoscere quello che sono, quello che so fare e il posto da cui vengo. Penso sia una cosa che ognuno dovrebbe fare.

Futuri progetti nella vostra vita di coppia non solo nel ballo.

Andreea: La vita è bella per cui bisogna cogliere l’attimo e viverlo intensamente. I progetti ci sono certo, ma meglio vivere che progettare.

Harpreet: La vita va assolutamente vissuta al massimo, e attraverso la danza avremo tanti progetti da realizzare.

Un sogno nel cassetto.

Andreea: Diventare nel mio piccolo un’ambasciatrice dell’arte, ballare dovunque mi porta il cuore e sfruttare al massimo le opportunità della vita. Mi piacerebbe approfondire sempre di più la mia vera passione, la danza classica indiana Kathak e riuscire ad esibirmi in India dal vivo con i musicisti.

Harpreet: Voglio presentare e far conoscere la mia cultura fuori India, voglio che la gente conosca e comprenda quanto e bella e diversa la mia India e che ogni persona può ricevere e offrire allo stesso tempo un qualcosa. Ognuno di noi è portatore di un’identità e quella identità ci rende unici.

 

                                                                                              Massimiliano Raso

                                                                                   www.giornaledelladanza.com

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