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Anna Maria Prina: dice la sua sulla querelle Cannito/Celentano riguardo Elisabetta Tearbust

Abbiamo raggiunto telefonicamente la Signora Anna Maria Prina, storica direttrice della Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, per conoscere il suo punto di vista sul diverbio che ha visto protagonisti Luciano Cannito ed Alessandra Celentano all’interno della trasmissione Amici di Maria De Filippi. L’alterco, lo ripetiamo per i nostri lettori dell’ultima ora, nasce per “ragioni tecniche”, ovvero con il maestro Cannito che contestava alla collega Alessandra Celentano il principio per cui, una ballerina completa, deve essere in grado di eseguire i fouettés. Gli animi in studio si scaldano sempre più e Cannito, per avvalorare la propria tesi, porta ad esempio l’étoile Elisabetta Terabust affermando: “Perfino una grande artista come Elisabetta Terabust, una delle più grandi ballerine italiane, riusciva a fare al massimo 8 fouettés”  (la storia della danza vuole che l’eccellenza ne preveda 32). L’affermazione ha determinato l’intervento in trasmissione di Elisabetta Terabust che ha tenuto a precisare che lei era perfettamente in grado di eseguire quel virtuosismo. 

 Signora Prina, qual è la sua opinione su quanto accaduto in trasmissione?

Secondo me Luciano Cannito è stato frainteso, non voleva certamente dire cose negative nei confronti della Terabust, è chiaro che i toni si amplificano perché è un momento in cui si sta facendo spettacolo. Secondo me l’intervento di Elisabetta Terabust non era necessario in quanto un’artista come lei non ha bisogno di dare chiarimenti su quello che ha fatto anche perché è sotto gli occhi di tutti. Quello che il  maestro Cannito voleva intendere è che i fouettés sono un virtuosismo a cui la Terabust non dava molta importanza, ma non c’è nulla di male, sono stata io la prima a dire che io stessa non ho mai eseguito 32 fouettés, eppure una carriera l’ho fatta. Proviamo a trovare il lato positivo in tutto ciò, forse adesso abbiamo fornito qualche notizia in più sulla danza e molta più gente adesso sa cosa sono i fouettés.

 Quando Luciano Cannito ha affermato quando detto sopra, è sembrato che anche alcuni di voi presenti asseriste alle sue parole

Io credo di ricordare che non fosse nelle sue corde… anche se è una cosa che non posso giurare in quanto non ho visto tutte le esibizioni della Terabust. Il mio ricordo era di una ballerina che avesse una buona tecnica ma non per questi oramai famigerati 32 fouettés. Il mio è stato un assentire perché ho questa sensazione ma dico ciò senza voler togliere nulla all’artista Elisabetta Terabust. Ribadisco che secondo me si è data troppa importanza ad una cosa che in realtà aveva un significato molto più ampio, non è quel passo specifico che fa la danza ma un insieme di elementi tra cui certamente c’è la tecnica ma ci sono anche l’ espressività, lo stile, la grazia, la virilità da parte dell’uomo. Una ballerina può anche eseguire correttamente 32 fouettés ma essere semplicemente una macchina per ballare e non un’artista.

 Un’altra questione sollevata in trasmissione ha riguardato l’utilizzo di youtube come spunto di lavoro per la messa in scena dei balletti di repertorio.

L’aiuto di youtube va benissimo, si ha la possibilità di vedere più interpreti e magari “rubare” ad ognuno qualcosa, e poi è un pratico aiuto per la memoria. L’importante è poi che l’insegnante sappia quello che sta facendo, non basta far eseguire i passi, quello che è importante è insegnare lo stile, Petipa è Petipa, Balanchine ha una sua peculiarità. Non è un problema se un insegnate si rivolge a youtube , anche perché non si può essere onniscienti, deve però conoscere lo stile di quello che sta insegnando. 

Tra le varie esibizioni a cui abbiamo assistito c’è stata la variazione di Sigfrid da “Il Lago dei Cigni”. In quel caso lei ha visto lo stile Petipa/Ivanov?

 Non era esattamente lo spirito giusto, c’erano alcuni passi che non rispecchiavano la versione originale che aveva un senso preciso, mettiamola così, io l’avrei fatta in modo diverso. Devo però dire che i ragazzi che si sono esibiti se la sono cavata abbastanza bene.

 Dopo anni di impegni a tempo pieno per la danza, c’è ancora qualcosa che vorrebbe fare?

Mi occupo spesso di fornire la mia consulenza negli eventi dedicati alla danza ma ritengo di aver fatto abbastanza, le cose grandi devono farle i giovani.

Alessandro Di Giacomo  

 

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