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“Caso Garritano”: La sentenza di Primo Grado da ragione al Teatro alla Scala

Marygarret

È arrivata appena due giorni fa, il 10 febbraio, la Sentenza di Primo Grado relativa al “Caso Garritano”. Si tratta dell’interruzione del rapporto lavorativo tra il Teatro alla Scala di Milano ed una sua ballerina solista, Mariafrancesca Garritano, rea di aver danneggiato l’immagine del Teatro per alcune dichiarazioni rilasciate ad una testata inglese.  I fatti risalgono al 2011, quando la Garritano, in arte Mary Garret, ha raccontato, tra le altre cose, dei disturbi alimentari tra i danzatori, citando anche esempi suoi personali e di alcuni colleghi.

L’importanza delle dichiarazioni ha investito in pieno il Teatro alla Scala di Milano in cui la ballerina lavorava e in cui è cresciuta, essendosi formata alla Scuola di Ballo dell’ente meneghino.  Il Teatro ha licenziato la Garritano per giusta causa  annunciando:Il Teatro si è visto costretto a risolvere il rapporto di lavoro con la signorina Maria Francesca Garritano in seguito alle interviste e dichiarazioni pubbliche da lei rilasciate ripetutamente in un ampio arco di tempo, dichiarazioni nelle quali si è concretizzata una lesione dell’immagine del Teatro e della sua Scuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame”.

Mariafrancesca Garritano ha fatto ricorso, ritenendo ingiusto il licenziamento, ed il processo in Primo Grado ha però dato ragione al Teatro alla Scala. Alleghiamo di seguito il comunicato stampo relativo alla sentenza.

 

Alessandro Di Giacomo 

www.giornaledelladanza.com

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

COMUNICATO STAMPA: “LA VERITÀ, VI PREGO, SULLA GIUSTIZIA!”

Il 10 febbraio 2014 i miei avvocati mi hanno comunicato la notizia che la sentenza di Primo Grado relativa al mio licenziamento è stata emessa a favore del Teatro alla Scala. Durante tutto il procedimento legale sono accadute cose che mi hanno lasciata non poco perplessa: i testimoni ad esempio non sono stati ascoltati e il file dell’intervista rilasciata a “The Observer” non è mai pervenuto.

Ti insegnano sin da piccolo a credere nella giustizia e negli ideali; ti insegnano a dire la verità e a non aver paura di lottare per quello in cui credi. Ho parlato di importanti verità, ho creduto in una battaglia sensata per migliorare le cose ed ho avuto speranza: oggi, però, ho serie difficoltà a credere in quella giustizia che avrebbe dovuto tutelarmi. La carriera di una ballerina è stata ingiustamente arrestata, ma non la sua capacità di analisi.

Da un attento ragionamento, che presto avrete occasione di conoscere nel dettaglio, ho la certezza che il mio caso sia stato condotto all’insegna dell’ostracismo al fine “di impartire una lezione”: colpirne uno per educarne cento, salvando la forma a discapito della sostanza. Ci sono riusciti, tra il disinteresse delle principali sigle sindacali e delle istituzioni preposte. È finito il tempo dell’attesa, è tempo di verità ed intendo andare fino in fondo perché ho perso il mio lavoro, ma non la mia dignità.

Mariafrancesca Garritano 

 

 

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