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Claudio Cocino: “Sono onorato di poter aprire la stagione del Teatro dell’Opera di Roma”

Claudio Cocino - Ph.Yasuko Kageyama

Claudio Cocino è una persona serena, entusiasta del suo lavoro. E non fa nulla per nasconderlo. A poche ore dalla prima della pièce “Lo Schiaccianoci”, in scena al teatro dell’Opera di Roma, il danzatore non nasconde l’emozione ma, nel contempo, è elettrizzato alla sola idea di poter interpretare un ruolo così importante, parte della storia della danza. La sua storia di danzatore si è, tra l’altro, creata proprio tra le fila del Teatro capitolino:

torinese di nascita, Claudio Cocino inizia infatti i suoi studi alla scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Paola Jorio. Nel 2005 vince il concorso di Spoleto con una borsa di studio per la Royal Ballet School di Londra. Dopo essersi diplomato sia al Teatro dell’Opera che al Royal Ballet entra a far parte, nel 2007, del corpo di ballo capitolino sotto la direzione di Carla Fracci. Tra le partecipazioni: Pulcinella, Parade, Les Biches, Lo spettro della rosa. Nel 2010 entra a far parte del Tulsa Ballet dove Marcello Angelini lo nomina solista. Tra i tanti ruoli: Lucrezio ne La bisbetica domata (Cranko), Elite Syncopation (McMillan), There Below (Kudelka), In the Middle Somewhat Elevated (Forsythe), Six Dances (Kylián), 9 Sinatra Songs (Tharp), Slice to Sharp (Elo), Romeo e Paride in Romeo e Giulietta (Liang), molti lavori di Balanchine tra cui Tema e Variazioni e Apollo. Vengono creati per lui molti ruoli da coreografi emergenti tra cui Liang, Cong, Hougland, Lee. Nel 2010 riceve il premio Positano Massine. Nel dicembre 2013 ha debuttato in Siegfried ne Il lago dei cigni (Bart), a settembre 2014 ha interpretato il Principe in Cenerentola (Deane).

Il Giornale della Danza ha chiacchierato con lui poche ore prima di salire sul palco. Ecco le sue emozioni prima della “prima”.

Claudio, sei pronto per il grande debutto?

Sono contentissimo e noi tutti non vediamo l’ora di salire sul palco. L’emozione si sente eccome, sta per arrivare qualcosa di magico, per cui ci stiamo preparando da molto tempo. Negli ultimi anni ho avuto modo di fare numerose esperienze che mi hanno permesso di crescere molto e di migliorare, sia sul piano tecnico sia su quello meramente interpretativo. Insomma: negli anni il mio approccio è cambiato e credo sia giusto così. Quest’anno sono veramente onorato di fare una prima e di aprire la stagione del Teatro dell’Opera che mi ha letteralmente visto crescere. È una bellissima emozione. Non è la prima volta che danzo questa pièce ma, dopo tanta preparazione e studio, è un po’ come se lo fosse! Ogni Schiaccianoci è diverso dall’altro. La versione che danzerò in questa stagione è molto particolare, dà sfogo all’immaginazione anche se mantiene sempre gli standard classici a cui ci siamo abituati negli anni. Il mio ruolo è canonico. Sono molto emozionato, non vedo l’ora di salire sul palco e danzare con Gaia Straccamore.

Ecco, la tua partner sul palco è proprio Gaia Straccamore, étoile del Teatro dell’Opera. Non capita tutti i giorni di esibirsi con una ballerina con questo titolo…

Assolutamente! Su Gaia, però, devo fare una premessa molto importante: al di fuori dello studio e delle lezioni all’Opera, io e Gaia siamo molto amici nella vita privata. Poter condividere con un’amica vera emozioni, preoccupazioni anche fuori dalla sala è un’esperienza rara ma estremamente arricchente! Non è la prima occasione in cui abbiamo modo di poterci esibire insieme ma, in quel preciso frangente io ero molto piccolo. Sono conscio del fatto che è un onore danzare con l’étoile di uno dei Teatri più importanti d’Italia e, in momenti come questi, non puoi proprio sentire l’ansia da prestazione! Sapevamo che avremmo ballato insieme: ci siamo preparati, abbiamo creato un bel affiatamento che, senza dubbio, ci permette di lavorare bene e affrontare con serenità ogni problema che ci si presenta. Lei è una grande lavoratrice, una perfezionista. Ogni tanto ci capita di farci addirittura degli scherzi dietro le quinte quindi, come potrete ben immaginare, tutta la parte relativa all’imbarazzo delle prove, al fatto di trovare una sintonia è stata facilmente superata. Poter ballare con una stella come lei e sapere di avere anche un’amica…è il meglio che ci si possa aspettare!

 

E con il Maestro Amodio, il coreografo, come ti sei trovato?

Come coreografo e artista tutti conosciamo le sue qualità e doti: è un artista, di quelli con la ‘a’ maiuscola. Ho avuto modo di conoscerlo alcuni anni fa, quando creò le coreografie del ballabile di “Aida”, anche se molto poco. Con “Lo Schiaccianoci”, inevitabilmente, la nostra conoscenza è stata approfondita. Amedeo è una persona molto esigente, che sa bene come affrontare il ruolo che ha. Non mette ansia, timore ma, nel contempo, sa farsi rispettare e soprattutto fa comprendere al meglio le esigenze necessarie a cui adempiere sul palco senza, però, creare nervosismo. Ha fatto squadra, ha preparato al meglio tutti i danzatori, li ha migliorati. Insomma: una bellissima esperienza e insegnamento ricevuto!

Il Teatro dell’Opera è un po’ “casa tua”: hai studiato qui e poi, passo dopo passo, stai crescendo sempre più artisticamente proprio tra le quinte di questo ente lirico. Che ricordo hai delle tue prime esperienze?

Essere cresciuto artisticamente in un teatro così importante mi ha dato modo di interpretare molti ruoli, dai più piccoli a quelli “da grande”. E, nonostante ogni volta che salgo sul palco l’emozione è sempre alle stelle, conoscere il palco mi fa sentire più sicuro e sapere che ho la situazione sotto controllo. I miei sogni da bambino si stanno, piano piano, realizzando tutti. E speriamo continui così. Delle mie prime esperienze ho bellissimi ricordi: da piccolo vedevo i ballerini grandi interpretare ruoli bellissimi…che belle emozioni. E poi, come non citare “La bella addormentata”: di questo balletto ricordo i costumi meravigliosi. Era il 2002 ed era la mia prima vera esperienza. Ho questa immagine fantastica del principe in testa!

Danzerai nel periodo delle feste natalizie, sarai a lezione anche il primo gennaio. Ti pesa un po’ essere lontano dalla tua famiglia in questi giorni?

Sono consapevole di aver scelto un lavoro bellissimo che comporta, ovviamente, oneri e onori. E sono entusiasta di farlo! Essere lontano mi pesa un po’, sono sincero, ma il fatto di poter lavorare e fare quello che ho sempre desiderato mi rincuora moltissimo. Tutti i miei festeggiamenti sono spostati al termine dello Schiaccianoci, assaggio di panettone compreso!

C’è qualche balletto che ti piacerebbe interpretare e che, ad oggi, non hai ancora avuto modo di portare in scena?

“La bella addormentata”, il balletto della mia vita! Avrei dovuto danzarlo ma, mio malgrado, il giorno della generale mi sono fatto male e non ho potuto andare avanti. Un cruccio di quest’anno. Mi auguro, però, venga presto rimesso in cartellone: non vedo l’ora di ballarlo!

I tuoi progetti futuri? Hai qualche desiderio?

Mi piacerebbe molto fare “Giselle”, “Romeo e Giulietta” e ovviamente “La bella addormentata”! Ovviamente, però, prendo con serietà e passione tutti i ruoli che mi vengono proposti. Alcuni li sento più “miei”, altri meno, ma è pur sempre una bellissima avventura interpretare personaggi diversi. Per il futuro mi auguro di poter lavorare tanto e bene…per i ruoli…vedremo!

www.giornaledelladanza.com

Foto di Yasuko Kageyama

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