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Cosa ti manca per essere felice? Il libro di Simona Atzori che verrà presentato domenica 9 ottobre a Rieti


Simona Atzori ama l’arte nella sua totalità, danza, dipinge e adesso si prepara all’uscita del suo libro Cosa ti manca per essere felice? edito da Mondadori. Una vita piena di interessi ed una carriera notevole ottenuta con grande forza di volontà e soprattutto con grande amore per la vita. È stata ambasciatrice per la danza nel Grande Giubileo del 2000, ha donato il Premio Atzori ai grandi nomi della danza ed ha ballato con grandi nomi dell’arte tersicorea, uno fra tutti Roberto Bolle.

Raccontaci un po’ di questo libro, la tua ultima fatica…

Sono molto contenta di essere riuscita a realizzare questo progetto editoriale, Cosa ti manca per essere felice?, che uscirà nelle libreria l’11 ottobre e verrà presentato in anteprima giorno 9 ottobre a Rieti. È una cosa a cui lavoravo da tempo ma che non avevo in mente di realizzare subito, invece la Mondadori mi ha proposto di pubblicarlo e quindi eccoci qui.

 

A te cosa manca per essere felice?

In realtà questa è una domanda che non pongo a me stessa ma ai lettori. Leggendo il libro si conoscerà il mio modo di vivere la vita e mi piacerebbe che questo portasse gli altri a porsi l’interrogativo di cosa ci vuole per essere felici.

Qual è la tua ricetta per vivere la vita?

Io penso che bisognerebbe affrontare la vita con passione, voglia ed entusiasmo cercando di dare un senso importante e grande a quello che facciamo e solo così, credo, non mancherebbe nulla per essere felici. Capita spesso di trovare mille scuse nell’affrontare la quotidianità vuoi per stanchezza vuoi per mancanza di stimoli, io dico che queste scuse non le ho volute ed ho fatto di tutto per dare un senso alla mia vita.

Come è nata in te l’esigenza di scrivere questo libro?

In realtà si tratta di un percorso molto lungo, ho sempre amato scrivere fin da quando ero bambina. Col tempo mi è capitato di scoprire che la gente che mi conosceva tramite la mia pittura e la mia danza era curiosa di conoscere anche la parte più intima di me, di capire dove trovassi gli stimoli per affrontare la mia vita. Da questo quindi è nata l’idea di mettere insieme le cose che scrivevo e realizzarne un libro.

Quando nasce invece il tuo rapporto con la danza?

La danza l’ho incontrata da piccola, all’età di sei anni. È stato da subito un grande amore ed una grande passione come lo è anche la pittura, un’altra arte che io amo molto. Ad oggi posso dire di non essere stata io a scegliere queste passioni ma di essere stata scelta da loro. Non riesco ad immaginare la mia vita diversamente da quella che è oggi, la danza è talmente dentro di me che non potrei farne a meno.

Quali sono le emozioni che provi danzando?

Io ritengo che la danza sia una grande forma di espressione e comunicazione, si usa il corpo per raccontare qualcosa. La mia danza è questo, usare il mio corpo per raccontare quello che c’è dentro e fuori di me.

Ci sono stati dei momenti nella tua carriera di ballerina in cui hai pensato di mollare tutto e fare altro?

Sicuramente ci sono state delle situazioni di stanchezza ma come posso capitare ad ognuno di noi, sono state proprio queste condizioni a rendermi più determinata e più forte. La danza è indubbiamente una disciplina faticosa sia fisicamente che mentalmente, tuttavia, quando si sale su un palcoscenico, tutti gli sforzi scompaiono e rimangono solo le emozioni, quelle belle, quelle che il pubblico riceve e ti ricambia con gli applausi.

C’è uno stile di danza che preferisci?

In realtà amo tutta la danza anche se devo ammettere di avere due grandi passioni. Una è il Lago dei Cigni che trovo sia l’emblema della danza classica, un balletto stupendo, e l’altra sono le coreografie dei fratelli Bubenicek che ammiro molto ed ho avuto il piacere di incontrare durante la mia partecipazione al Bolle&Friends nel 2009.

 

A proposito del Bolle & Friends, che esperienza è stata per te?

È stata un’esperienza meravigliosa. Roberto Bolle oltre ad essere un magnifico danzatore è anche una persona molto bella interiormente, ha una grande anima, e questa è una caratteristica che ricerco molto nelle persone con cui lavoro.

C’è qualcosa nella danza che vorresti ancora raggiungere?

Mi piacerebbe molto incontrare Alessandra Ferri perché oltre ad essere una bravissima danzatrice trovo che sia una bella persona e poi, come ho già detto prima, danzerei volentieri con i fratelli Bubenicek.

Un sogno nel cassetto?

I sogni, come scrivo anche nel mio libro, sono sempre stati il motore della mia vita quindi ne ho avuti, ne ho adesso e spero di continuare ad averne molti in futuro. Sicuramente mi piacerebbe molto continuare con un progetto che ho già avuto la fortuna di realizzare una volta che è quello di avere degli spettacoli miei da portare in giro e far conoscere al pubblico.

 

Alessandro Di Giacomo

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