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“Danza chi, come e perché” – La posta di Anna Maria Prina

La posta di Anna Maria Prina

Gentilissima,

la Signora Fracci ha festeggiato il suo compleanno in scena, molti l’hanno criticata per il fatto che danza ancora, Lei cosa ne pensa?

(Giovanna da Lecce)

Cara Giovanna, io credo che ogni artista sia responsabile, anche e soprattutto verso il pubblico, delle proprie scelte e azioni. Deludere una platea di fan decennali non è un’opzione accettabile. Sicuramente la signora Fracci avrà valutato il pro e il contro e in tutta libertà ha preso la decisione che in questo momento della sua vita più le faceva piacere. Carla Fracci si è voluta fare un bel regalo di compleanno ritornando sulle tavole del palcoscenico a lei tanto care e bene ha fatto. Conoscendo Carla so che lei ama follemente la scena e non la lascerebbe mai. Auguriamo alla nostra étoile 100 di questi giorni!

Carissima Signora Prina,

attualmente c’è grande clamore intorno al danzatore Sergei Polunin, Lei pensa che possa essere considerato il Nureyev dei tempi moderni?

(Elisabetta da Roma)

Cara Elisabetta, diamo tempo al tempo! Polunin è certamente un danzatore bravo, dotato e interessante, ma intorno a lui ci sono molti competitor (che Nureyev a suo tempo non aveva). Ai giorni nostri per diventare il numero 1 assoluto nella danza occorre possedere diverse doti veramente speciali, oltre ad intelligenza e profonda dedizione. La tecnica da sola non basta; tantissimi danzatori nel mondo la posseggono, ma il valore complessivo di un grande ballerino viene valutato anche in base alle sue doti artistiche e interpretative. Voglio dire che non basta saper eseguire agili salti e giri alla perfezione e avere la fama di “maledetto”…Bisogna sviluppare artisticamente il proprio talento e acquisire uno stile personale sulla scena per conquistare il pubblico, gli addetti ai lavori e i critici. Sergei, ci risentiamo fra qualche anno!

Cara Signora Prina,

cosa ne pensa delle nuove tendenze della danza contemporanea? Non si va un po’ troppo nell’estremismo talvolta dimenticando ogni linea, ogni canone prettamente estetico? Mi piacerebbe conoscere la Sua opinione in merito.

(Giada da Brescia)

Cara Giada, abbiamo capito da tempo che nella danza contemporanea non si tiene, il più delle volte, conto dei canoni estetici cari alla danza classica. Questo è accettabile quando il danzare risulta armonico, fluido e concettualmente interessante; quando invece le varie esibizioni risultano volgari e sfacciatamente provocatorie, allora non è ammissibile. Secondo me, certi atti che si compiono in privato non dovrebbero far parte di una rappresentazione scenica, molte volte esasperata e triviale. È vero che i coreografi contemporanei cercano in tutti i modi di innovare ed essere “alternativi” nel sistema danza, ma spesso, a mio avviso, non producono nulla di artistico ed esteticamente valido. Altre volte, invece, troviamo coreografi contemporanei che “sfruttano” la preparazione classica dei ballerini per confezionare produzioni di indubbio valore artistico, tecnico ed estetico (per esempio Angelin Preljocaj). Anche il Teatrodanza si sta, comunque, orientando verso movimenti coreografici ed estetiche più accattivanti, pur preservando l’intenzione della rottura dissacrante e, spesso, della denuncia. Posso affermare che negli ultimi tempi la danza contemporanea ha fatto passi da giganti anche in Italia, anche se non abbiamo una grande tradizione in questo campo. Sicuramente il mondo della Danza sta cambiando, così come i suoi protagonisti e fruitori (un valido esempio è la Mixability). Mi piacerebbe però veder mutare il linguaggio del corpo e le dinamiche in scena nel rispetto dei canoni del buon gusto, senza inutili eccessi, anche quando si desidera provocare e attirare l’attenzione del pubblico su argomenti scottanti. Mi auguro che il contemporaneo ci porti davvero una nuova ventata e artistica!

La posta di Anna Maria Prina

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