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Esce la nuova edizione di “My life”, la storica autobiografia della leggendaria Isadora Duncan

 DUNCAN_Layout 1“Ascoltate la musica dell’anima. Non sentite un essere interiore che si risveglia dentro? È per lui che la testa vi si drizza, che le braccia si sollevano, che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io”.

Questa citazione, tratta da Danza – Aforismi e Citazioni di Sara Zuccari, racchiude benissimo l’essenza di una danzatrice che ha rivoluzionato il modo di fare danza e, dotata di un genio creativo fuori dal comune e di una sensibilità di animo e di cultura senza pari, è diventata una figura leggendaria della danza occidentale.

Il ricordo di Isadora Duncan, un mito della danza internazionale, è stato suggellato nel tempo dalla storica autobiografia My life, data alle stampe subito dopo la  morte della danzatrice statunitense avvenuta a Nizza nel 1927, e oggi disponibile in tutte le librerie, grazie alla nuova edizione pubblicata dalla casa editrice Castelvecchi lo scorso 22 aprile.

È un’autobiografia che ricostruisce la storia di una figura leggendaria, seguendo una duplice direzione: artistica ed umana. Ripercorre, infatti, le tappe della sua brillante carriera da danzatrice, dagli Stati Uniti fino ad arrivare a Londra e da lì in tutta Europa. Si accenna anche al suo enorme contributo innovativo, al fatto che annullò alcuni canoni della danza accademica, come le scarpette da punta o gli artificiosi costumi delle ballerine del XIX secolo, preferendo a questi, abiti leggeri che ricordavano il peplo dell’antica Grecia e i piedi nudi. Per tutti questi aspetti è oggi considerata infatti una delle più significative pioniere della “danza moderna”.

Nella sua autobiografia, però, Isadora si racconta non soltanto come ballerina ma anche come donna, come madre e come amante. Non manca, infatti, il racconto delle sue vicende sentimentali con E. Gordon, Craig e Paris Singer, dei suoi legami con Rodin, D’Annunzio, Stanislawski, della sua amicizia con la Duse, dei suoi viaggi in Grecia o, anche, della guerra e della Russia Rivoluzionaria.

Grazie a questa autobiografia, a questo ritratto in prima persona di una delle ballerine più grandi di tutti i tempi, il ricordo di un vero e proprio mito del balletto continuerà a vivere ancora per parecchio tempo tra le molte pagine della storia della danza.

Leonilde Zuccari

www.giornaledelladanza.com

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