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Eyes Off: Danza in trasformazione con Saburo Teshigawara

Saburo-Teshigawara-Karas-Obsession

Il IX Festival Internazionale di Danza Contemporanea, organizzato da Biennale Danza, ospita tra i tanti un grande artista, coreografo e danzatore giapponese, Saburo Teshigawara.

Nato a Tokio nel 1953, studia inizialmente pittura e scultura, per poi orientarsi agli studi di danza classica sotto la guida di Saiga Toshiko, spinto dal bisogno di esprimersi attraverso il corpo e il movimento.

È proprioladirettrice del prestigioso Saiga Ballet di Tokio adincoraggiare l’allora giovane artista a ‘cercare la sua danza’, cosa che Teshigawara ha fatto, creando un suo stile personalissimo, che combina la danza classica con le competenze di artista visivo acquisite e con il Butoh, un insieme di tecniche di danza contemporanea (ispirate dal movimento culturale Ankoku-butō o danza tenebrosa, attivo in Giappone negli anni ’50), basato sulla giocosità delle performance e sull’alternanza in scena di movimenti estremamente lenti e movimenti frenetici.

La danza per Teshigawara è quindi un’arte complessa, fatta non solo di movimento, ma anche di immagini, di presentazioni estetiche tendenti alla bellezza, intesa come esperienza di un contenuto emozionale.

Questo concetto, essenziale nell’arte di Teshigawara, si concretizza nel 1985 con la nascita di Karas, la compagnia di danza fondata dall’artista insieme a Key Miyata, incantevole danzatrice giapponese, con il fine di ricercare ‘una nuova forma di bellezza’, in totale libertà rispetto agli schemi coreutici tradizionali.
Teshigawara dichiara infatti che ‘la libertà della danza è la libertà del danzatore‘, ribadendo così la sua opposizione ad ogni tentativo di classificazione della danza e di chi la esegue e la sua volontà di lavorare in modo trasversale, con l’obiettivo di creare un nuovo linguaggio.

Il lavoro di Teshigawara attira l’attenzione di importanti compagnie di danza internazionali, come il Frankfurt Ballett, diretto da William Forsythe (considerato il coreografo contemporaneo che meglio ha saputo riplasmare il retaggio del balletto classico), il Bayern State Ballet, per il quale Teshigawara crea la sua acclamatissima versione de Le Sacre Du Prentemps e il Ballet du Grand del Théâtre de Genève, per cui ha dato vita a Para-dice, sorprendente coreografia in cui Teshigawara allude a paradiso (para) e fortuna (dice, dado), giocando sull’ alternanza tra movimenti ampi e piccoli, lenti e incalzanti e tra luci velocissime e statiche.

Dal 1995, Teshigawara si occupa di numerosi progetti educativi, tra cui lo S.T.E.P. (Saburo Teshigawara Education Project) di Londra, dando vita a performance straordinarie e innovative, spesso basate su workshop, come Luminous, assieme a danzatori non vedenti, dimostrando ancora una volta la sua passione per i contrasti e il concetto più volte espresso di luce non come elemento da vedere, ma come mezzo che ci permette di vedere le cose.

Dal 2006 Teshigawara insegna teoria del movimento e conduce workshop, presso il Dipartimento di Expression Studies, alla St. Paul’s (Rikkyo) University, in Giappone, continuando a spronare ed ispirare giovani danzatori.

Per Biennale danza, nell’ incantevole Sala delle colonne di Cà Giustinian, Saburo Teshigawara presenta in prima assoluta Eyes Off, prodotto da Biennale di Venezia, di cui il coreografo firma ogni dettaglio, coreografia, luci, costumi e selezione musicale. Più che di una coreografia, si tratta di un’esperienza di danza, coinvolgente e piena di significato.

Assieme a una splendida ed eterea Rihoko Sato, Teshigawara propone con Eyes Off un omaggio danzato alla ‘Nuda’ di Giorgione, affresco databile al 1508, che rappresenta una figura femminile nuda, inserita in una nicchia.

Anche durante l’esecuzione di questo pezzo, si alternano momenti di studio del corpo, movimenti disarticolati (a volte perfino comici) e apparentemente casuali, ad altri sinuosi, ampi e respirati, proponendo questa dualità non solo nel movimento, ma anche nella cadenza dell’esecuzione: quando uno dei due danzatori rallenta il ritmo della sua danza, l’altro la aumenta e viceversa, tutto ad indicare una trasformazione della forma attraverso il tempo.

Il richiamo all’affresco di Giorgione si manifesta con maggiore evidenza verso la metà della performance, con Rihoko Sato appoggiata al muro antistante il pubblico, illuminata da un faro, che la dipinge inserita in una nicchia, proprio come la ‘Nuda’ di Giorgione.

Entrambi i danzatori non cercano mai un contatto visivo con il pubblico, sembrano ballare dentro se stessi, sottolineando il significato della coreografia, evidente durante tutta l’esecuzione: occhi senza sguardo.

Teshigawara utilizza sapientemente le luci, puntando sul contrasto tra buio iniziale e finale della performance e momenti invece in cui la luce irrompe nella sala e illumina ogni cosa, creando ombre in movimento di notevole effetto scenografico e rendendo questa esibizione un prezioso gioiello della danza contemporanea.

 

ORARI&INFO

Dal 19 al 29 giugno 2014

Biennale
Cà Giustinian
San Marco 1364/A
30124 Venezia

Infoline: +39 041 5218898

dmtsegreteria@labiennale.org

 

 Stefania Napoli 

Foto di Emmanuel Valette 

www.giornaledelladanza.com

 

 

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