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Gianni Rosaci: “Nella danza, sempre più, è fondamentale l’educazione dei giovani. Ed abbiamo bisogno di un cambiamento vero, non gattopardesco”

Carla Fracci e Gianni Rosaci

Nato a Reggio Calabria l’11 gennaio 1962, studia all’Accademia Nazionale di Danza di Roma e vi si diploma nel 1984. Contemporaneamente prende parte a tutte le produzioni del Gruppo Stabile dell’Accademia stessa. Ha danzato al fianco dei nomi più prestigiosi del panorama coreutico internazionale, quali Nureyev, Fracci, Vassiliev, Bujones, Jude, Malakov, Paganini, Bolle, tutti i maggiori balletti del repertorio classico e contemporaneo. Partner di M.Illman, A.Ferri, E.Terabust, A.Alonso, C.Fracci, D.Kalfouni, ospite di galà nazionali ed internazionali, ha danzato, in tournée con il Teatro dell’Opera, al Teatro Bolshoi di Mosca, nel maggio 2003 “La sagra della primavera” e nel 2004, al Teatro Cremlino, “Petruska”. Docente presso la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma, insegna  a numerosi studenti in occasione di stage, organizzati da scuole di livello. Il Maestro Rosaci, parallelamente a queste attività, continua imperterrito a seguire l’educazione degli studenti, soprattutto attraverso nuovi ed interessanti progetti. Due su tutti:  Frascati Dance Open e Leggere per ballare.

Maestro, Lei è un artista a tutto tondo: ha studiato danza sin da giovane, si è diplomato, ha danzato con le figure più importanti del mondo del balletto. Da numerosi anni, però, lasciati gli abiti di scena, si sta dedicando all’educazione dei giovani. Ci può parlare di questi progetti?

Certamente! Prima di tutto, però, mi piacerebbe raccontare la mia storia: ho iniziato gli studi, proseguiti con grandi Maestri per poi entrare all’Accademia Nazionale di Danza, dove mi sono presentato all’allora Direttrice Giuliana Penzi. Dopo il suo consenso e autorizzazione ad essere ammesso al V corso, ho iniziato a studiare all’Accademia. Mi sento in dovere di ringraziare la signora Penzi e tutti gli insegnanti che mi hanno guidato e hanno arricchito il mio viaggio nella danza. Ho studiato moltissimo perché il mio bagaglio culturale è diventato importante proprio grazie a loro e mi serve ancora oggi per la mia carriera. Grazie alle borse di studio vinte in Accademia, ho iniziato a lavorare al Teatro dell’Opera di Roma. La mia prima produzione mi ha visto danzare con Rudolf Nureyev. Terminati gli studi e un anno di perfezionamento, nonostante l’età importante, i coreografi mi hanno dato fiducia e fatto numerose offerte lavorative: ho danzato con Alessandra Ferri, Laura Comi, Carla Fracci e tantissimi interpreti. La persona che, poi, ha arricchito la danza, sempre in evoluzione, è stata Elisabetta Terabust. Anche da studente in Accademia, avevo avuto la possibilità di provare ed esercitarmi come suo partner, un’emozione ed esperienza incredibili. Tanti incontri importanti, la mia fortissima caparbietà – studiavo tantissimo, mi informavo moltissimo, storia della musica e della danza – mi hanno portato lontano. Nel 1995 sono stato nominato Primo Ballerino dopo aver danzato ne “La bisbetica domata” di John Cranko. Un’emozione magnifica. Dopo tanti anni come interprete, però, una vita ricchissima di esperienze che mi hanno reso molto felice, soprattutto perché ho iniziato tardi rispetto agli standard classici dei danzatori, mi sono ritirato e ora mi dedico all’insegnamento. Sono tanti, ora, i progetti a cui mi dedico: uno di questi riguarda gli studenti e la loro interazione con la danza. È un percorso che consente agli allievi di interagire, di lavorare sulla soggettività e conoscere la diversità. Questo progetto si chiama “Leggere per ballare” e, ne sono certo, è un’idea che servirà a far crescere tutti e, perché no, a dare un futuro alla danza stessa. In aggiunta a questa idea, c’è sempre “Frascati Dance Open”.

Ci può parlare anche di questo importante progetto?

Sì, è un bellissimo incontro con la danza che si chiama, appunto, Frascati Dance Open,  L’ottava edizione dello stage si svolgerà, appunto, a Frascati dal 15 al 18 luglio 2014, presso le Scuderie Aldobrandini e Villa Torlonia, in un suggestivo connubio tra danza e architettura. Le lezioni sono tenute da artisti di grande prestigio internazionale: Elisabetta Terabust, Alessandro Molin per la tecnica classica; Arturo Cannistrà, Maurice Causey (che porta in Italia il metodo Forsythe) e Max Campagnani per i laboratori contemporanei che quest’anno si baseranno su diversi temi coreografici. È un progetto interessante all’interno del quale i giovani hanno l’opportunità di conoscere la danza di alto livello. Al termine dello stage verranno assegnate borse di studio, gentilmente concesse dalla Sovrintendenza del Teatro dell’Opera di Roma, dalla Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto e dal Balletto di Toscana. 

L’evento si concluderà, come gli altri anni, con la performance degli allievi partecipanti al workshop contemporaneo presso il palcoscenico di Villa Torlonia, nell’ambito del gala finale del concorso. Contestualmente al periodo dedicato allo studio, abbiamo creato anche un concorso. La quarta edizione, quindi, del Concorso Internazionale di Danza Festival delle Ville Tuscolane avrà luogo presso l’Auditorium delle Scuderie Aldobrandini ed il palcoscenico all’aperto di Villa Torlonia dal 16 al 18 luglio. l concorso è rivolto a scuole di danza e giovani talenti non professionisti per quanto riguarda le consuete sezioni: danza classica, danza contemporanea e moderna, ma è rivolto anche a giovani artisti professionisti esclusivamente nella sezione Ensemble e giovani compagnie. I partecipanti avranno l’opportunità di proporsi all’attenzione e alla valutazione di una giuria composta da  personalità di grande esperienza e autorevolezza, presieduta dal Prof. Alberto Testa. Il concorso si concluderà il 18 luglio con la serata di gala durante la quale si esibiranno i primi classificati delle diverse sezioni e categorie e verranno consegnati tutti i premi che consistono in riconoscimenti, denaro ed importanti borse di studio. Tra i membri della giuria, oltre agli insegnanti dello stage, anche Sara Zuccari, Direttore proprio del Giornale della danza e Laura Comi, Direttrice della Scuola del Teatro dell’Opera di Roma. Saranno giorni intensi che daranno modo ai giovani partecipanti di avvicinarsi alla danza importante e di essere aiutati nel miglior modo possibile.

Lei ha vissuto ed è cresciuto in un mondo della danza che, purtroppo, non c’è più. Crede sia utile un cambiamento?

È vero: la danza che ho conosciuto io non esiste più e questo mi rammarica molto. Mi rende triste vedere giovani talentuosi che devono scappare dalle compagnie italiane e andare all’estero, per poter lavorare. Credo, però, che a questo punto sia fondamentale un cambiamento vero, non di tipo gattopardesco: il monde della danza deve uscire da questo guscio e far vedere che può migliorare. I giovani devono essere protagonisti, non devono subire. Bisogna fare qualche passo indietro e puntare, ancora, sull’educazione dei ragazzi: sono loro il nostro futuro, ricordiamolo sempre. Io stesso, nella mia carriera, ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno creduto in me, che mi hanno guidato. Devo molto a loro. E credo che tutti noi, danzatori e Maestri, non dovremmo mai dimenticarlo…se siamo diventati quello che siamo ora, lo dobbiamo anche a loro. Perché, quindi, non fare lo stesso con le nuove generazioni?!

 

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