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Il maestro Pedro Gomez e il suo stile di ballo che ha fatto scuola in Italia

Pedro-Gomez

Pedro Gomez, nato a Cuba e vissuto a Portorico, dopo aver studiato danze caraibiche nei luoghi dove è cresciuto ha approfondito le tecniche di danza a Miami, negli Stati Uniti. Considerato tra i maggiori maestri di Salsa in Europa, la sua tecnica e metodo d’insegnamento viene adottato da molti ballerini europei. Gomez ha reso popolare gli stili di danza Portoricana e New York Style in Germania, Inghilterra, Danimarca, Italia, addirittura anche nelle scuole di Paesi Musulmani (in particolare nel Nord Africa) e in Sud Africa. Ha partecipato ai più importanti Congressi di Salsa nel mondo ed è maestro A.N.M.B e F.I.D.S. in Italia. Dalla metà degli anni novanta vive e insegna a Roma dove ha introdotto lo stile portoricano, oggi utilizzato da molti degli attuali maestri italiani. 

 

Sei tra i maestri più famosi in Italia. Quando sei arrivato nel nostro Paese?

Sono arrivato in Italia nella metà degli anni novanta. In quel periodo mi trovavo in Germania al seguito dell’Esercito Americano dove, pensa un po’, lavoravo anche come intelligence militare. Ho continuato a svolgere questa professione sempre nel dipartimento della difesa americana fino al periodo del mio arrivo in Italia. Dopodiché mi sono dedicato esclusivamente alla danza. Nel 1994 sono stato invitato a Roma per partecipare a delle gare di ballo organizzate in un noto locale della città. Dalla Germania portai tre coppie di ballo che ottennero i primi tre posti del podio in quell’evento. E’ iniziato da questo episodio la mia avventura italiana nel mondo del ballo, così mi sono innamorato dell’Italia.

Come ti hanno accolto gli italiani, soprattutto gli appassionati del ballo?

Devo dire molto bene. Gli italiani sono anche loro un po’ latini, forse ce l’hanno nel sangue, nel cuore, nella testa, è difficile dirlo, ma lo si capisce frequentando le persone. Quando sono venuto per la prima volta a Roma, infatti, ho pensato subito che l’Italia doveva essere un posto meraviglioso, che sarei rimasto a vivere qui, e così è stato.

Veniamo alla tua professione di ballerino. Dove hai iniziato a studiare danza e perché?

Io ballo dalla età di 13 anni, ho iniziato quasi per caso. Pensa che la mia prima insegnante di salsa è stata mia madre, ero piccolino ma lo ricordo bene. Oltre ad avere iniziato a praticare il ballo nella mia terra, i Caraibi, successivamente in Germania, dove ho vissuto, ho iniziato a studiare e ballare i cosiddetti balli standard e latini. Dopo alcuni anni, però, la mia maestra mi disse di lasciar perdere, che avrei dovuto studiare salsa in quanto più predisposto per la mia caratteristica nei movimenti corporei, e così ho fatto.

Come insegnante di ballo in Europa, cosa puoi raccontarmi?

Ho insegnato in quasi tutta Europa con grandi soddisfazioni. Posso dire che è stata un’esperienza incredibile vedere le culture del Vecchio Continente cimentarsi e confrontarsi con balli nuovi caratteristici del Sudamerica. Perché non va mai dimenticato che il genere di danza latinoamericano è nato nelle Americhe.

In Italia il ballo più conosciuto ed amato è la salsa. E’ ancora così?

Si. In Italia si balla moltissimo. Si balla quasi ogni genere di danza, anche se la più diffusa ed apprezzata è la salsa, il ballo latino che si balla di più. Non dimentichiamo, però, che è molto diffusa anche la Bachata. Di recente si sta iniziando a ballare la Kizomba, un ballo che arriva dall’Africa, dall’Angola.

A proposito, cosa pensi di questo nuovo ballo, la kizomba appunto?

La Kizomba non è latinoamericana, proviene dall’Angola ed è un ballo che sta prendendo forza in tutta Europa. Staremo a vedere in futuro se continuerà ad avere presa sulla gente, per ora sembra proprio di sì.

Il tuo stile qual è e come è cambiato rispetto a quando hai cominciato?

Il mio stile di salsa possiamo definirlo classico, è chiamato Portoricano. I miei movimenti sono di solito in linea, come si usa dire. La mia lettura musicale che applico nel danzare è in clave 2/3, la stessa che insegno, quella che si ballava negli anni ’50. Poi mi piace spaziare nello stile Los Angeles e New York.

Che puoi dirmi dei primi momenti latini a Roma, città dove vivi e insegni?

Erano tempi dove la gente si divertiva di più a ballare e, anche se può sembrare scontato, bisogna dirlo che è così. Oggi è cambiato un po’ rispetto a quelle prime atmosfere. Erano tempi dove la gente andava a ballare per passatempo. Dove dopo una serata di ballo si andava a casa di qualcuno a mangiare spaghetti fino alle 5 di mattina mentre si continuava a parlare di ballo. Adesso c’è molto più esibizionismo.

Le isole caraibiche, da dove provieni, hanno contribuito alla nascita di tante danze.

Io sono nato a Cuba ma sono cresciuto a Portorico. Due isole tra le più belle dei Caraibi. Ricche di fascino, tradizioni e tanta musica fatta per ballare. Sono due Paesi che hanno dato vita a gran parte dei balli oggi conosciuti in Italia con il nome di caraibici. Non ci dimentichiamo che altri grandi Paesi sono stati fondamentali per la nascita di questa grande danza. Penso alla Colombia, al Venezuela e ad altri Paesi Sudamericani e del Centro America.

Ti manca la tua terra?

Mi manca molto. Mi manca la mia cultura, la mia gente. Mi manca l’atmosfera che si respira, il clima, la musica. Devo anche dire, però, che mi sono integrato meravigliosamente in Italia. Nel Bel Paese si mangia bene, c’è tanta storia e le persone sono tranquille.

Per concludere, hai un desiderio da svelarci?

Spero che si continui a ballare tanto, soprattutto per svagarsi. Il desiderio mio è di continuare a insegnare la cultura della salsa nel mondo così come lo sto facendo adesso. 

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

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