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Samuel Peron: “i ballerini sono considerati l’ultima ruota del carro”

Samuel Peron: “i ballerini sono considerati l’ultima ruota del carro”

Laureato alla Facoltà di Scienze Motorie all’Università telematica San Raffaele, Samuel Peron inizia a ballare standard, funky, latino americano. Approdato a Ballando con le Stelle, ha partecipato a tutte le edizioni del noto programma di Rai 1. Nel tempo è diventato direttore artistico della Rassegna di Danza e Ballo della Fondazione Orizzonti d’Arte di Chiusi, portato a teatro “Unica passione”, progetto in collaborazione con Raffaele Paganini, recitato nella fiction di Rossella Izzo “Il ritmo della vita”, per la quale ha curato anche le coreografie insieme con Natalia Titova.

Samuel, come hai avviato questo cammino nel mondo della danza?

Ho iniziato all’età di 4 anni. Per via della timidezza, i miei genitori pensarono che il ballo potesse essere una ottima medicina per affrontare questo ostacolo, e così è stato, almeno in parte.

Cos’è cambiato da quando muovevi i primi passi di danza a noto personaggio della Televisione italiana?

È cambiato in termini di responsabilità, per via degli impegni lavorativi. Ma per il resto nulla, perché continuo a studiare e ad allenarmi per sviluppare nuove conoscenze in merito ad altre discipline.

Possiamo considerare Ballando con le Stelle la vera svolta della tua vita?

Anche da bambino ho avuto modo di lavorare in tv, però si, posso dire che Ballando ha dato una svolta alla mia carriera nello spettacolo. Grazie al tubo catodico, sono entrato nelle case delle famiglie italiane, facendomi conoscere, e questo mi ha aiutato molto anche in ambito lavorativo, al di fuori della tv.

Hai studiato gran parte degli stili di danza. Ti è mancato qualcosa per la tua formazione professionale.

Si, la danza classica. Ho avuto modo, però, di studiare molte discipline e tutt’ora lo faccio, anche perché sono convinto che non si smette mai di imparare. Amo moltissimo creare le fusioni ed infatti mescolo moltissimo le varie discipline ed i vari stili, soprattutto quando mi danno direzioni coreografiche, dove ho modo di sbizzarrirmi e di realizzare momenti artistici divertenti.

Il ballo in cui Samuel Peron si sente il Re della pista e perché?

Mi sento il re della pista quando riesco a dare tutto me stesso e va a prescindere da quale ballo. È quando riesco a sentirmi a mio agio, sia con me stesso sia con la mia partner, che riesco a rendere quel momento molto interessante per chi ci e mi guarda. Il ballo non fa testo, può anche essere un semplice momento di vuoto, dove però riesco a riempire senza dover muovermi, quello mi fa sentire il re della pista.

Guardando indietro, cosa cambieresti del tuo percorso di danzatore?

Dopo il percorso formativo che ho avuto nella mia vita, forse più che cambiare, modificherei alcune cose, ma rifarei tutto, e se potessi farei molto di più. Mi dispiace moltissimo non aver dedicato tempo allo studio di uno strumento musicale, questo mi manca molto. Il fatto è che quando si è piccoli, si vive della propria ignoranza, e lo si capisce, solamente quando si inizia ad avere coscienza e guardi indietro e ripensi a quello che hai fatto e che avresti potuto fare. Però questo fa parte del gioco della vita.

Il teatro è una parte importante del tuo essere. Cosa pensi di quest’arte unita alla danza?

Il teatro è un luogo dove chi ti guarda è a contatto diretto con te che stai sul palcoscenico, e la cosa bella è che puoi interagire. Tu che sei sul palco dipendi dai feedback che ti arrivano dalle persone che ti guardano. Quando respirano con te, significa che la storia funziona. Il teatro è la casa degli artisti, dovrebbe invece diventare la casa degli Italiani, di modo che la cultura non rimanga per pochi. Il ballo in Italia è poco valutato, i ballerini vengono considerati sempre come l’ultima ruota del carro, rispetto ad altri artisti che solcano il palcoscenico, e questo è un peccato.

Un tuo obiettivo raggiunto è stata la laurea. Ritieni sia importante per un ballerino avere un ottima cultura?

Nella vita ritengo che bisogna sapere, conoscere, essere curiosi, guardare, osservare, non fermarsi mai, nutrire la propria mente quanto il proprio corpo. L’ignoranza è una brutta bestia, che bisognerebbe eliminare.

Quali sono i progetti che ti vedranno protagonista nei prossimi mesi.

Sono da poco tornato da una bella esperienza in Canada, ed ora mi vedrò impegnato assieme alla mia collega Samanta Togni in varie serate, dove oltre a ballare presentiamo, e poi mi dedicherò a terminare i lavori della mia accademia sita in Venetico, provincia di Messina. E poi altri progetti, dei quali ora non ne parlo fino a contrattazioni definite.

Un sogno nel cassetto?

Ogni mattina quando mi sveglio desidero realizzare tutti i miei sogni, è questo è il mio sogno nel cassetto.

Massimiliano Raso

www.giornaledelladanza.com

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