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La danza al Gender Bender 2016: da restarci “a bocca aperta!”

La danza al Gender Bender 2016: da restarci “a bocca aperta!”

 

Irriverenza, controtendenza e un pizzico di sagacità: ecco i tre ingredienti principali di uno dei Festival di arti e culture contemporanee più apprezzato e chiacchierato della scena contemporanea, il Gender Bender, che giunge alla 14a edizione, denominata A bocca aperta!, proponendo un ricco cartellone di eventi di danza, teatro e cinema, nonché di mostre, incontri e party.

La location, naturalmente, è la città di Bologna, la quale ospita il Festival dal 26 ottobre al 6 novembre in più differenti luoghi deputati alla migliore valorizzazione delle opere proposte. Tra di essi, per quanto riguarda la danza, spiccano l’Arena del Sole, l’AtelierSI, il Teatro Testoni Ragazzi, i Teatri di Vita, il Teatro del Baraccano e il Teatro Duse.

La produzione del Festival è affidata, come di consueto, a Il Cassero, centro bolognese dalla lunga e impareggiabile storia di sensibilizzazione e sostegno della campagna di affermazione dei diritti della comunità LGBT a respiro locale e nazionale. Nessuna istituzione migliore in territorio bolognese, insomma, per dare vita a cotanto tripudio di arti performative.

Ad “aprire le danze” il 27 ottobre all’Arena del Sole è il Balletto di Roma, in scena con Paradox, per la coreografia di Itamar Serussi Sahar e Paolo Mangiola, “un’indagine sul maschile e sul femminile, tra le consuetudini e i paradossi di una contemporaneità cangiante”, come descritto nel comunicato stampa di Gender Bender.

Per la successiva coppia di giornate, 28 e 29 ottobre, ben due location fanno contemporaneamente spazio a uno spettacolo di provenienza internazionale: da un lato, A room for all our tomorrows (Gran Bretagna), coreografato da Igor Urzelai e Moreno Solinas, è presentato in prima nazionale all’AtelierSI; dall’altro, Happy Hour (Belgio), creato da Mauro Paccagnella e Alessandro Bernardeschi, nonché prodotto da Wooshing Machine, calca il palcoscenico dell’Arena del Sole.

In coda alle suddette performance, precisamente il 29 e 30 ottobre, è la volta della coreografa francese Phia Ménard che presenta in prima nazionale L’après-midi d’un fœhn al Teatro Testoni Ragazzi, uno spettacolo i cui pupazzi protagonisti sono creati con buste di plastica, mossi da correnti d’aria, e “senza bisogno di essere toccati, la libertà dei loro movimenti, accompagnata dalla musica di Claude Debussy, li rende sempre più simili a dei veri danzatori” (Comunicato stampa Gender Bender).

A cavallo, dunque, tra ottobre e novembre (31 ottobre-1 novembre) l’incontro tra Italia e Gran Bretagna genera la prima nazionale di No Lander, coreografia di Riccardo Buscarini in scena ai Teatri di Vita. Seguono a ruota: Ra-Me della italiana Lara Russo, in scena l’1-2 novembre al Teatro Duse; Goodnight Peeping Tom della connazionale Chiara Bersani, al Teatro del Baraccano l’1,2 e 3 novembre; e Within her eyes del britannico James Cousins, presentato all’AtelierSI il 2-3 novembre.

Dulcis in fundo, quattro spettacoli di provenienza tanto nazionale quanto internazionale, si alternano in palcoscenico nelle ultime tre giornate del Festival: Object, nato dal connubio artistico israeliano-olandese formato da Uri Ivgi e Johan Greben, è presentato in prima nazionale il 4-5 novembre all’Arena del Sole; nelle medesime giornate e location Aneckxander del belga Alexander Vantournhout; Misses and Mysteries della tedesca Antonia Baehr, in prima nazionale al Teatro del Baraccano il 5-6 novembre; e, infine, West End dell’italiana Chiara Frigo, performato all’AterlierSI nelle medesime date.

Un’edizione, insomma, assolutamente imperdibile!

 

ORARI & INFO

26 ottobre – 6 novembre

Arena del Sole – Via dell’Indipendenza, 44 Bologna

AtelierSI – Via San Vitale, 69 Bologna

Teatro Testoni Ragazzi – Via Giacomo Matteotti, 16 Bologna

Teatri di Vita – Via Emilia Ponente, 485 Bologna

Teatro del Baraccano – Via del Baraccano, 2 Bologna

Teatro Duse – Via Cartoleria, 42 Bologna

www.genderbender.it

 

Marco Argentina

www.giornaledelladanza.com

Phia Ménard / L’après-midi d’un foehn © Jean-Luc Beaujault

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