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Le dichiarazioni di Stéphane Fournial, Annaluisa Sagristano e Michele Villanova a favore di Alberto Testa

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Stéphane Fournial – Nel 1995 ho avuto l’onore di ricevere il Premio Positano Léonide Massine per l’Arte della Danza. Mi ha permesso di conoscere il Maestro Testa, personaggio di grande cultura, appassionato e di grande competenza. La sua energia era un faro per questo evento fondato e sviluppato da lui. Si sa che nessuno può evitare i cambiamenti, ma il rispetto vale per tutti. Si poteva benissimo dare al Prof. Testa una consulenza o la presidenza onoraria. Ce ne sono tante in tutti i teatri italiani…

Annaluisa Sagristano È con grande tristezza che scrivo questo testo. O forse imbarazzo, dato il calibro artistico e culturale del Prof. Alberto Testa, per il quale mi sembra veramente inopportuno esprimere “sostegno”,  dato che il suo nome basta per avere una presentazione eccelsa nel mondo della danza. Il Professore è una garanzia, è storia dell’arte tersicorea. L’imbarazzo cresce perché a scrivere è solo un’ allieva, oramai da 4 anni, dell’Accademia Nazionale di Danza che nutre profondo rispetto e ammirazione per la Sua figura. Tuttavia ho sentito il dovere di esprimere qualche parola, e la mia passione per la scrittura e per la danza hanno portato le mie mani sulla tastiera del pc. Ho avuto occasione, piacere, nonché onore, di parlare con il Prof. Testa in varie occasioni. E ogni volta ne sono stata folgorata, come la prima volta soltanto nel vederlo da lontano! Ma è con il suo modo di parlare, così calmo ma penetrante e tutt’altro che monotono, che sono stata completamente ammaliata ma anche intimidita. Mi sono sentita “ignorante” rispetto alla sua profonda cultura, non solo della danza, dato che quest’arte contiene in sé infiniti rimandi ai più svariati ambiti in cui il Maestro non si è mai mostrato impreparato!Tuttavia, ciò ha spronato ancor di più la mia curiosità nel conoscere e studiare ma soprattutto nell’ andare avanti seguendolo come un importante punto di riferimento e modello non solo di studioso, critico, etc., ma anche e soprattutto come esempio di umiltà e rispetto. Questi ultimi sono due valori fondamentali nel mondo della danza che con l’accaduto sono venuti meno. Ricordo dopo la discussione del mio lavoro finale del triennio in AND di aver parlato tanto con il Professore: storia della danza, neoclassicismo, Accademia, Balanchine, poesie francesi, filosofi greci, teatro, musica, arte, letteratura, etc. Un’apertura mentale assoluta, nonostante comunque gli anni in cui si è formato, ma con un’idea della danza ben precisa che va oltre il mondo del mercato e che è per l’appunto cultura profonda, continua ricerca, bellezza pura, espressione autentica oltre i mezzi utilizzati, purché non trascenda il senso del “gusto”. Per concludere, voglio ricordare un concetto che il Professore apprezzò molto del mio lavoro, quello di “arte scientifica”: la danza infatti è un’arte, ma per poter esserlo si deve fondare su un lavoro “scientifico”. Solo su questa base in seguito si può passare all’ambito creativo in una miscela unica di magia e fascino che solo la vera danza riesce a regalare, anche ai non competenti. Colgo l’occasione per ringraziare il Maestro per il lavoro svolto a Positano e ai doni che ha già lasciato e lascerà a noi giovani con il suo impegno e la sua passione. Lo ringrazio inoltre per aver creduto in me anche attraverso l’assegnazione della targa lo scorso anno.

Michele Villanova – scrivo in merito alla questione Premio Positano perché stimo molto il Prof. Testa:  lui mi conosce da quando ero in tenera età e mi assegnò   il Premio Positano nel 1988 per essermi distinto come Solista e Primo Ballerino al Teatro alla Scala. Leggo oggi ciò che è accaduto e non posso che rammaricarmi nel constatare quanto il mondo della danza sia sempre più popolato da personaggi ambigui, pronti a strappare la vita e l’operato di qualcun altro come dei veri sciacalli. Definendo il termine “sciacalli” in questo caso, potrei dire che sono coloro che gestiscono il proprio lavoro come un Business costruito sulle spalle degli altri, pensando di ottenere un momento di gloria che possa compensare il fatto di non  essere riusciti in NIENTE nella vita. L’unico errore che recrimino al Prof. Testa è di non essere stato abbastanza arguto da accorgersi di chi  indottrinava e proteggeva sotto la sua ala in maniera amorevole e passionale. Non più l’allievo che supera il maestro, ma la preda che divora il predatore. Con queste parole mi sento di difendere il Prof. Testa e di sostenere la vostra causa, sperando che possa indurre alla riflessione su come  il mondo della danza sia diventato e su chi ha contribuito a renderlo tale.

Valentina Clemente

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