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Panorami sulla danza – sequel: alcuni nomi della danza contemporanea italiana in Europa

Foscarini Francesca Cantando sulle ossa

Se c’è tanto clamore attorno alle stagioni “ufficiali” dei teatri italiani, specie in occasione di un evento che non interesserà solo Milano, l’Expo, e di fronte a una situazione che logora sempre più le possibilità di nuove produzioni, ci si può rallegrare per la crescita di nuovi talenti non solo nelle accademie legate ai teatri stabili, ma anche nell’ambito della danza contemporanea.

Accanto alle tradizionali figure di coreografi e ballerini, sta crescendo anche una nuova figura, quella del danz’autore, una figura che concentra in sé le precedenti, e che lavora su temi legati alla società contemporanea attraverso collaborazioni con altri autori o artisti di altri ambiti.

Tra i danz’autori più in vista anche a livello internazionale c’è Francesca Foscarini, che ha collaborato anche con Yasmeen Godder, e che ha ottenuto ottime critiche dopo l’esibizione al Festival d’Avignone con Cantando sulle ossa, con cui aveva vinto il premio Equilibrio 2013: la stampa francese ne parla meravigliata, arrivando addirittura a suggerire il “genio” coreografico, parlando di questa coreografia come di un must da vedere e di una danzatrice dalla altissima tecnica al servizio dell’interiorità, per esplorarla insieme alla propria comunicatività. In questo periodo la Foscarini è stata in scena anche al Dancemakers di Amsterdam, dove collabora con Sara Wiktorowicz per Once upon a time – a trilogy, una vetrina della giovane danza contemporanea europea, nata come laboratorio coreografico all’inizio degli anni Novanta, ora casa di produzione, e piattaforma di ricerca, produzione e presentazione, in scena in vari spazi della città olandese anche con la sezione Moving Future Festival le prime settimane di ottobre.

Coreografi italiani al Dancemakers sono anche, in pianta stabile, Gaia Gonnelli, coreografa e insegnante di danza per i più giovani partecipanti a programmi di formazione artistica nelle scuole; Matteo Graziano, coreografo di una danza solida, fisica e al tempo stesso metafisica, per una danza archeologa del corpo; Gabriella Maiorino, performer un tempo stabile a Orvieto, ora ospite di numerosi festival europei.

Altra coreografa interessante è Giorgia Nardin, selezionata per l’Italian Showcase a Edimburgo per il Fringe Festival nel 2013, dove ha portato la coreografia Dolly, menzione speciale al RomaEuropa 2012, che ha presentato anche a Bassano il suo All dressed up with nowhere to go, un passo a due messo in scena da Sara Leghissa e Marco d’Agostin. Giorgia Nardin si distingue per lavori estremamente legati all’attualità, ma evanescenti e ipnotici, anche nell’uso della nudità come appunto nell’ultima coreografia; è anche parte dei progetti Choreoroam e Performing Gender.

In scena a Bassano anche Alessandro Sciarroni, coreografo che sarà presente al Festival d’Automne di Parigi (che quest’anno celebra Forsythe) con tre titoli (JOSEPH_kids, UNTITLED_ I will be there when you die, FOLK-S_ Will you still love me Tomorrow?), e che ha presentato in super anteprima l’inizio di un progetto che ha visto protagonisti in questa prima restituzione atleti ipovedenti o non vedenti impegnati nel goalball, uno sport poco noto, ma praticato con entusiasmo e tanta voglia di mettersi in gioco. Sciarroni incanala così l’energia di atleti/artisti per una ricerca sul tempo, sui sentimenti, sullo sforzo e la concentrazione.

Parte di un altro progetto europeo anche Chiara Frigo, che partecipa a Act your age con Ballroom e che porta echi di balli da sala e avanspettacolo vintage in ogni sua contemporanea creazione, e anche lei chiamata a Edimburgo, ma nel 2012.

La lista potrebbe continuare con i nomi del già citato d’Agostin, ma anche con quello di Tommaso Monza, Tiziana Bolfe, e di altri numerosi partecipanti ai tanti festival; una lista incoraggiante, che dovrebbe mandare un messaggio chiaro al FUS che non raggiunge da anni ormai il 3% per la danza, e che ci fa gioire della decisione di mettere a disposizione della danza contemporanea nuovi spazi: decisione presente nel decreto cultura che recita: “entro il 30 giugno di ogni anno, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con proprio decreto da adottarsi di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, su indicazione dell’Agenzia del Demanio, anche sulla base di segnalazione dei soggetti interessati, individua i beni immobili di proprietà dello Stato, con particolare riferimento alle caserme dismesse e alle scuole militari inutilizzate che possono essere destinati ad ospitare studi di giovani artisti italiani e stranieri”.

Un panorama che fa ben sperare, da valorizzare insieme al balletto e alla danza in ogni sua forma.  

Greta Pieropan

www.giornaledelladanza.com

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