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Sognare il Mambo. Carla Voconi, una ballerina nel mondo delle grandi stelle latinoamericane

Carla Voconi

Quando si pensa al mambo la prima cosa che viene alla mente è la sua più importante figura artistica: Tito Puente. Il grande musicista statunitense non a caso venne definito The Mambo King. La storia del mambo incominciò quando fu presentata una canzone ballabile intitolata Mambo, scritta da Orestes e Cachao Lopez. In Italia il mambo spopolò negli anni cinquanta anche grazie ad un’interpretazione fenomenale di Sofia Loren che con quei movimenti di bacino fece impazzire intere generazioni. Stravolto, miscelato ed arrangiato, oggi il mambo rivive nel ritmo salsero e nelle vicende moderne anche di molti ballerini e ballerine italiane.

 

A Passi di Danza diamo il benvenuto alla ballerina Carla Voconi. Parliamo un pò di te, prima dei tuoi successi nel mondo del Mambo.

A differenza di quanto possa sembrare mi ritengo una ragazza semplice, anche se ambiziosa, che ama i valori veri, sentirsi libera e non smettere mai di sognare. Probabilmente perché ho sempre dovuto lottare sola contro tutti e contro tutto, ma credo in me stessa e fortunatamente tutto è andato come avevo sempre desiderato.

Veniamo al mambo, un genere di ballo molto ritmico. Di cosa si tratta?

Non amo in generale trovare definizioni troppo tecniche. Il mambo mi ha appassionato, non c’è riuscito nessun altro stile. Forse sarà per la sua fluidità, forse per averlo imparato anche dal più grande dei maestri, Eddie Torres, forse perché lo reputo lo stile in cui la donna possa sentirsi più femminile ed elegante nei movimenti. Il mambo non è solo una moda o il modo di vestirsi e di atteggiarsi. Il Mambo è tecnica, è un modo diverso di sentire la musica ed interpretarla caratterizzato da diversi stili e sfumature dalla più grintosa a quella classica ed elegante.

Hai la tendenza di ballare con maestri di mambo latini. È così e se si  perché?

Non è proprio una tendenza, diciamo che i maggiori esponenti di questo ballo sono appunto latinoamericani. Fortunatamente ho avuto l’opportunità di lavorare ed imparare da alcuni tra i nomi più importanti. Naturalmente chi è nato nei Paesi in cui tutto ciò ha avuto origine, come si dice, ha il ritmo nelle vene e penso sia vero perché crescendo fin da piccoli in un ambiente in cui la musica latina e il ballo sono parte integrante della cultura sia fondamentale per poi diventare un grande artista. Anche se sono sicura che noi italiani ed europei abbiamo una passione per questo ballo e questa cultura davvero grande.

Sei tra le poche ballerine che hanno preferito lavorare in vere e proprie compagnie di danze latinoamericane con ambiziosi progetti. Quali e perché?

Inizialmente non avrei mai immaginato di poter ballare in coppia con un artista o comunque come ballerina principale di un gruppo. Né mi sentivo all’altezza sinceramente. Credo che fare una buona gavetta e non saltare le tappe sia stato fondamentale per la mia formazione come ballerina perche posso dire di aver provato un po’ di tutto. Ho ballato inizialmente con la compagnia Fogaratè di Juan Matos, esperienza che mi rimarrà sempre nel cuore perché la ritengo la grande opportunità che mi ha spinto a trasferirmi a Milano. Successivamente ho ricevuto la proposta di ballare nella compagnia di ballo Tropical Gem e non avrei mai potuto dire di no visto che loro sono stati il mio primo amore. Erano il mio sogno irraggiungibile. Avevo la cameretta tappezzata di foto, poster,dvd e persino il calendario del grande maestro Fernando Sosa, leader del gruppo di ballo Tropical Gem.  Poi ho iniziato a lavorare con il maestro Adolfo Indacochea sia in coppia che nella compagnia Latin Soul Dancers ed infine con Eddie Torres.

Nei tuoi ultimi spettacoli stai affiancando il grande maestro del Mambo Adolfo Indacochea. Svelaci qualche segreto

Non saprei di quale segreto parlare. Vorrei solo dire se possibile che con Adolfo mi sono realizzata e formata come ballerina anche solista, non solo ballando per un gruppo. Con questa esperienza posso dire non di aver realizzato un sogno, ma di più, perché non avrei mai lontanamente immaginato di poter stare al fianco di una persona e di un maestro così importante ch mi ha insegnato a vivere la vita gustando ogni attimo, porque la vida es corta.
Viaggiare per studiare le tecniche del ballo probabilmente è normale. Ma quanti sacrifici bisogna fare?

Viaggiare per il ballo credo sia la più grande opportunità che questo lavoro offra. Avere amici in ogni paese e conoscere culture e città in tutto il mondo non ha prezzo. Sicuramente ha i suoi pro e i suoi contro. A volte è stressante e crea automaticamente rinunce. Io per il ballo vivo ormai lontano da casa da 8 anni, vedendo pochissimo la mia famiglia e vivendo sempre con la valigia in mano e con orari assurdi, ma so che non sarà per sempre ed arriverà il giorno in cui avrò stabilità e tranquillità.

Alle ragazze che sognano il mambo cosa consiglieresti?

Consiglierei di continuare sempre a studiare ed aggiornarsi perché davvero non si smette mai di imparare.

Progetti futuri?

Quest’anno lo dedicherò a me. Ho scelto di lavorare soprattutto sola e di pensare alla mia felicità. Sto già lavorando soprattutto nell’insegnamento, creando appuntamenti fissi in varie città come Teramo, la mia città natale, Roma, Firenze, Milano. Ho anche intenzione di studiare, di specializzarmi in altre discipline e di realizzare questo nuovo sogno nel cassetto. Ciao un abbraccio, Carla.

 

Massimiliano Raso 

www.giornaledelladanza.com

 

 

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