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Spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala

 

Spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala
TEMA E VARIAZIONI Scuola di ballo Accademia della Scala

Si esce arricchiti, ogni qual volta, si assiste a uno spettacolo della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala di Milano diretta dal maestro Frédéric Olivieri. La qualità delle dinamiche scelte, l’esclusività delle idee e i pezzi proposti, pongono ogni singolo spettatore al cospetto di una preziosa miniatura in cui l’attività estetica e l’ispirazione sono permeate da equilibrio, sperimentazione e linee pure.

George Balanchine è una continua sorpresa, la sua figura dominante, non interrotta dal tempo, sa ancora regalare sfumature e accenti coreutici di rara bellezza, in cui il repertorio tradizionale viene preservato, pur fungendo da tramite tra balletto classico e moderno, fino a giungere mediante la creatività di Angelin Preljocaj, ad un nuovo percorso sulla via della danza, sottolineata dalla benemerenza direttiva di Frédéric Olivieri; maestro che gode di altissima ammirazione, nel saper cogliere i mutamenti e gli umori della non stagnazione, a favore del rinnovamento pur custodendo la tradizione. Infatti, attualmente, la Scuola di Ballo scaligera è forse l’unica Accademia al mondo, in grado di proporre progressivamente nei propri programmi di sala “altri” coreografi, che pur godendo di ampio respiro non compaiono nei saggi accademici.

Grazie al direttore, ci viene permesso di contemplare nuovi linguaggi, cucendo egli stesso sugli allievi, non ancora diplomati, un pezzo figurativo come “La Stravaganza” di Preljocai che già si presenta arduo in un contesto professionistico. La costruzione, ripresa da Claudia De Smet con l’esperienza di Emanuela Tagliavia (assistente alla coreografia), è concepita su un’idea filosofica in cui la realtà confluisce nella fantasia: gli allievi, eminenti nel loro incedere, si incrociano mediante il tempo. La piacevolezza degli intrecci e dei rimandi, non è affatto un’opera facile, in quanto la complessità pratica ed espressiva, è una continua sfida per la memoria, nel mantenere viva la capacità di essere coscienza e rappresentazione tra presente e passato, con le contraddizioni del mondo contemporaneo, ma anche con i fantasmi del tempo antico.

L’apertura della soirée al Piccolo Teatro Strehler di Milano, ha offerto uno scenografico défilé, un insieme di caratteristiche attitudinali fisiche e distintive che hanno reso irresistibile la “Présentation” ideata dallo stesso Frédéric Olivieri. La coreografia sontuosa ed elegante nel cerimoniale d’introduzione è esplosa nella beltà coreica basata su ritmo e raffinatezza, con il chiaro intento di infondere un assetto organico e funzionale nel diffondere, attribuire, sviluppare e ampliare i principi fondamentali della nobile arte della danza classica, nata per volere del re di Francia Luigi XIV quando fondò a Parigi l’Académie Royale de Danse. Il direttore Olivieri ha così permesso agli allievi, dei vari livelli, di farsi ammirare pur con i ragionevoli limiti tecnici della giovane età, nel loro fulgore seguendo il livello di preparazione, coadiuvato dai suoi preziosi assistenti: Loretta Alexandrescu, Vera Karpenko, Leonid Nikonov, Tatiana Nikonova, Gianpaolo Podini, Elisa Scala, Maurizio Vanadia, Paola Vismara e con il lodevole contributo di allievi e diplomati dei Corsi per sarti dello spettacolo, truccatori, parrucchieri e fotografi di scena dell’Accademia Teatro alla Scala.

“La Tarantella” di Balanchine, ripresa da Patricia Neary, con la particolare e attenta cura di Paola Vismara (assistente alla coreografia), nell’esecuzione di due allievi degli ultimi corsi, ha ispirato una totale lezione di artigianato tersicoreo, in cui è stato riscoperto e innovato ogni possibile mezzo della tradizione classica.

A chiusura dello spettacolo, da annoverarsi come una serata di Gala, un altro celeberrimo titolo di Balanchine, “Theme and Variations” (ripreso da Patricia Neary con assistenti alla coreografia Tatiana Nikonova e Paola Vismara) affidato ad un’armonica coppia e a dodici soavi ballerine, i quali hanno danzato con progressivo e accentuato dinamismo spaziando tra pas de deux, adagi e fughe per giungere, nel finale, a un andamento del tutto maestoso.

Quattro creazioni cattedratiche, ben amalgamate tra loro, in un escalation di indubbio fascino, che hanno offerto al festante pubblico, l’emozione di assistere ad elaborazioni coreografiche irte di difficoltà tecniche e variazioni virtuosistiche per ben affrescare l’iter formativo della Scuola di Ballo, portando i “novizi” a confrontarsi con due magistrali firme della coreografia internazionale.

Un attestato di gran merito al M° Olivieri (con i già sopracitati docenti unitamente ad Antonella Stroppa, Luigi Manfrin, Francesca Pedroni e Fabio Sartorelli), per aver saputo incoraggiare, recuperando la freschezza e la vitalità nel percorso costruttivo degli allievi e per averli seguiti con attenzione, dai loro primi pas-de-bourrée fino alle ambite tavole del palcoscenico, ponendo davanti ad essi una proficua e fulgida strada da percorrere, passo dopo passo, verso un autentico sogno della “danza”.

Michele Olivieri

Foto di Camilla Cerea

 

www.giornaledelladanza.com

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