Si alza il sipario sulla nuova edizione dell’ApuliArteFestival a Barletta, sotto l’egida di Mauro De Candia, coreografo internazionale, direttore del Festival, nonché di Arte&Balletto, della Compagnia Giovane Balletto del Mediterraneo e del Dipartimento Danza e della Compagnia del Teatro Statale di Osnabrück in Germania. E proprio Sipario Danza è il titolo dato a questa edizione, realizzata grazie alla volontà dell’Amministrazione Comunale di Barletta, che conferma ancora una volta il suo impegno a favore dell’Arte e della Cultura. Nel 2005 esordiva il primo festival di danza cittadino: tre i punti che lo hanno sempre caratterizzato: il sostegno ai giovani talenti del territorio, l’invito a compagnie italiane di pregio ed uno sguardo oltralpe. Anche in questa edizione, che vede l’ingresso del festival all’interno del magnifico Teatro Curci – da cui il titolo Sipario – tutto questo verrà mantenuto. Sarà la Giornata Mondiale della Danza ad inaugurare questa edizione il prossimo 29 aprile. Con la collaborazione e partecipazione di tutte le scuole di danza di Barletta, è stato organizzato un evento nell’evento che vedrà numerosi aspiranti danzatori esibirsi nelle giornate del 29 e 30 aprile in flash-mob, installazioni presso boutique cittadine, interventi all’interno dei cinema cittadini, nonché proposte di lezioni aperte e gratuite ...
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Mauro De Candia: un giovane coreografo alla ribalta mondiale
Inizi a danzare a 9 anni e già a 10 la prima borsa di studio presso l’accademia Grace di Montecarlo: quali furono, in quell’occasione, i pensieri di un bambino di 10 anni che si scopre “enfant prodige”? Beh, 10 anni di età, e soprattutto appena un anno di danza, non ti danno la maturità di comprendere realmente se ci sono potenzialità o possibilità che in futuro il tuo sogno si realizzi, perché per me di quello si trattava: di un sogno; io ho sempre voluto ballare, è una passione che coltivo sin da piccolo, ma non c’era ancora in me quella coscienza di dire “sì, questo sarà il mio futuro”; per me è stato un po’come trovarsi in una fiaba, anche perchè Montecarlo ai miei occhi offriva un clima principesco, diverso dal mondo quotidiano al quale ero abituato. Con gli anni poi il processo di maturazione è proseguito, è venuta fuori in me una coscienza sulle mie reali capacità e tutto ha assunto dei contorni più definiti. È stato traumatico lasciare il tuo paese a quell’età? Io penso che sia traumatico anche quando si è più grandi: è come tagliare una pianta dalle proprie radici per innestarla in un’altra terra. ...
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