Ha inaugurato il 5 luglio scorso la stagione estiva dell’Accademia Filarmonica Romana e continua a stupire e ad incuriosire lo spettacolo Perché le scimmie non amano Mozart (e i gatti si)?, ideato e con la regia di Caterina Inesi. I protagonisti sono i giovani danzatori del gruppo romano Immobile Paziente che ballano sul famoso Quartetto K.465 mozartiano, eseguito dal Quartetto d’archi dell’ Accademia Filarmonica Romana. Una scelta musicale significativa, non solo per la notorietà del brano, ma per la sperimentazione che esso ha rappresentato nella produzione del compositore salisburghese. Soprannominata “Delle dissonanze”, l’opera spinge fino agli estremi le leggi armoniche, creando effetti discordanti, quasi note stonate, un apparente errore di partitura che nel corso dell’esecuzione torna in perfetta armonia con l’insieme di cui è parte. La compagnia romana tenta di trasferire queste “dissonanze” musicali in movimento, e crea uno spazio dell’inconscio materiale, delimitato realmente da una linea e dal quartetto d’archi, nel quale ogni nota stonata o movimento rotto sono l’espressione di qualcosa che irrefrenabilmente viene a galla dalla personalità istintiva di ognuno. Il pubblico può entrare in questa realtà e intuire gli avvicinamenti, le rotture, i ritorni tra gli interpreti da una danza implicita in cui musica e corpo ...
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