I primi rudimenti della danza, da impartire nei primi tre anni di corso, sono fondamentali per la formazione qualitativa e tecnica dei futuri ballerini. Ma come si fa a capire quali sono gli insegnamenti giusti per un neo ballerino? Il nuovo libro sulla danza, intitolato How to teach beginning ballet- the first three years e pubblicato in lingua inglese per Dance Books Ltd, si impegna proprio a chiarire questo dubbio che il più delle volte è dato per scontato. L’autrice del volume, Judith Newman, spiega ed approfondisce le modalità con cui un insegnante deve formare, fin dagli esordi, i futuri danzatori. Tra queste vi è la tonalità di voce da assumere durante le lezioni, il modo di interagire e di correggere gli allievi ed infine, come utilizzare la terminologia francese tipica della danza classica e far sì che venga assimilata ed associata ai passi corrispondenti. Judith Newman, ballerina, insegnante e coreografa americana, si è formata presso la School American Ballet e può vantare anni di esperienza nel mondo della danza, grazie ai quali dispone di un’ampia veduta sul metodo di insegnamento fornito all’interno del suo manuale-guida. Antonia Nedelcu
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Esce “Swans of the Kremlin”, un libro dedicato alla danza ai tempi della Russia Sovietica
Nei tempi ormai remoti della Russia zarista, la danza classica era sicuramente il simbolo più eloquente della cultura aristocratica che si distingueva dal resto della società. Nel 1917, con l’avvento della famosa ma triste Rivoluzione d’Ottobre, la danza, così come tutte le altre forme d’arte, cadde sotto lo stretto controllo delle autorità sovietiche. Tuttavia, nonostante i loro sforzi, i sovietici furono sempre lontani dall’ imporre un cambiamento radicale nel mondo della danza. Christina Ezrahi, storica e studiosa della cultura russa, dedica un vasto volume al balletto classico durante il travagliato periodo della rivoluzione bolscevica. Il titolo del libro, “Swans of the Kremlin, ballet and power in Soviet Russia” ( i cigni di Cremlino, balletto e potere nella Russia Sovietica), allude, in senso metaforico, alla resa finale di Cremlino, con cui la rivoluzione si concluse. L’intento della scrittrice è quello di sottolineare la grande forza di volontà che spinse il mondo della danza a sopravvivere alle minacce sovietiche, salvaguardando e sviluppando i suoi canoni tradizionali. Sono ricordati, tra l’altro, i due fautori della resistenza: i teatri russi per eccellenza Mariinskij e Bolshoi. Il libro, pubblicato per Dance Books Ltd , è disponibile in lingua inglese ed offre al pubblico lettore una grande ...
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