La Pirouette delle origini In uno slancio di ammirazione e di ossequio nei confronti dell’Opéra di Parigi, Carlo Blasis (1795-1878) attribuisce l’invenzione della pirouette ai due grandi ballerini francesi Pierre Gardel (1758-1840) e Auguste Vestris (1760-1842), ma omette di precisare che nella metà del Settecento, nonostante i danzatori indossassero costumi ingombranti e scarpe con tacco, la tecnica maschile prevedeva già tre giri consecutivi su un piede. In effetti, la tecnica del giro si sviluppa soprattutto nell’ultimo ventennio del XVIII secolo e sarà proprio Auguste Vestris, figlio del grande Gaetano, a farsi promotore delle più spettacolari forme di pirouettes. Gli anni Ottanta sono un periodo molto vivo per il balletto francese, un periodo che prelude alla grande riforma che darà vita alle nuove sperimentazioni tecniche (la salita sulla punta dei piedi, lo slancio in alto del corpo nel salto e l’arabesque). La nuova generazione di danzatori, insofferente dei vincoli accademici e protesa verso il nuovo, accoglie con entusiasmo le spericolate proposte del giovane Auguste e se ne appropria sfidandosi in una gara di bravura e di azzardo. Ed è così che le pirouettes, vessillo della “nuova” danza dell’Opéra di Parigi, divengono la principale attrazione di un pubblico assetato di emozioni ...
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