Qualche rigo dal ritratto di una «professione rara» tracciato dal grande giornalista scomparso nel giorno di Natale «E quelli chi sono?» chiese l’uomo pratico. «Dei ballerini» rispose l’uomo di gusto. Il primo stette a guardare le fanciulle con i piedi in fuori e i giovanotti snelli che uscivano dal teatro, poi disse: «Sarà, ma questa gente mi va poco, gente inutile, non le pare?» L’uomo di gusto sorrise: «Di utilità mi intendo poco – disse – ma i ballerini mi piacciono. Almeno sono una specie rara, coraggiosa e folle […]». Quanto al coraggio e alla follia pare che siano indispensabili alla professione. Senza un coraggio soave e un’innocua follia chi si darebbe a una carriera che è già al termine quando le altre incominciano appena a fiorire? In cui diventare qualcuno è un miracolo e restare nessuno è la regola? Così comincia il primo capitolo de I BALLERINI di Giorgio Bocca, uscito a Firenze per la Vallecchi nel 1960 come n. 6 della Collana Il Bersaglio – Saggi e inchieste sulle professioni diretta da Giovanni Grazzini. Tenendo fede agli intenti annunciati nella terza di copertina Le vecchie e le nuove professioni frugate nella loro realtà odierna e nelle loro prospettive future al di fuori di ogni schema convenzionale. Un ...
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