La danza classica trova nel 1800 la sua massima espressione con balletti che ne fanno la storia e che, da un punto di vista accademico, ne segnano il futuro. È a questo periodo evolutivo che si deve l’origine del costume femminile per eccellenza della danza classica: il tutù. Inventato da Eugène Lami, illustre pittore e litografo francese. Indossato, invece, per la prima volta, da Maria Taglioni il 12 marzo 1832 all’Opéra di Parigi per la rappresentazione de La Sylphide. André Levinson così commenta questa invenzione: “A suo tempo, il coreografo Gardel aveva introdotto la riforma di David: le ballerine sfoggiavano tuniche alla greca i cui drappeggi evidenziavano le linee del corpo. Lami crea invece i suoi drappeggi di mussolina che rigonfiano la gonna in infinite pieghe bianche. A forma di campana o meglio di corolla rovesciata, questo costume permette alla ballerina, ambi movimenti, favorisce salti ed agilità. Allo stesso tempo, questa nuvola di candida garza emana poesia virginale…. Mano a mano, unito alle punte, che evidenziano il movimento delle gambe, il tutù continua a semplificarsi. Oggi possiamo classificare i tutù in tre tipi: il tutù piatto cioè quello a ruota, il tutù romantico, cioè quello lungo fino alla caviglia od ai ...
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