Danza, musica, cinema, teatro, fotografia, visite guidate e tante altre sorprese per la stagione estiva della Filarmonica Romana nei suoi incantevoli giardini: dodici giorni di festival, dal 28 giugno al 10 luglio, con una trentina di appuntamenti, cinque nazioni ospiti (Polonia, Francia, Norvegia, Iran, Mediterraneo-Italia) con i loro migliori artisti, alcuni per la prima volta a Roma, una prima esecuzione assoluta dal vivo di Stockhausen e il ritorno della Open Session Filarmonica. All’Accademia Filarmonica Romana parte, quindi, la stagione estiva: dal pomeriggio fino a notte inoltrata, la musica vive nel cuore intatto di Roma, a due passi da piazza del Popolo, in uno dei giardini più belli e suggestivi della Capitale, con dodici giornate di Festival e un’ampia offerta di appuntamenti che oltre alla musica comprendono cinema, danza, incontri, una mostra fotografica e visite guidate. Se la musica è protagonista per i primi giorni della rassegna, mercoledì 6 luglio sarà totalmente dedicato alla danza: la compagnia “in residence” Immobile paziente crea per la Filarmonica il suo nuovo spettacolo a partire da un capolavoro del Novecento, il Quartetto per archi n. 8 di Šostakovič, con una doppia recita alle ore 19.45 e alle 21.30. “L’incontro con la musica di Šostakovič – ...
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Mozart e la danza dell’inconscio al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma
Ha inaugurato il 5 luglio scorso la stagione estiva dell’Accademia Filarmonica Romana e continua a stupire e ad incuriosire lo spettacolo Perché le scimmie non amano Mozart (e i gatti si)?, ideato e con la regia di Caterina Inesi. I protagonisti sono i giovani danzatori del gruppo romano Immobile Paziente che ballano sul famoso Quartetto K.465 mozartiano, eseguito dal Quartetto d’archi dell’ Accademia Filarmonica Romana. Una scelta musicale significativa, non solo per la notorietà del brano, ma per la sperimentazione che esso ha rappresentato nella produzione del compositore salisburghese. Soprannominata “Delle dissonanze”, l’opera spinge fino agli estremi le leggi armoniche, creando effetti discordanti, quasi note stonate, un apparente errore di partitura che nel corso dell’esecuzione torna in perfetta armonia con l’insieme di cui è parte. La compagnia romana tenta di trasferire queste “dissonanze” musicali in movimento, e crea uno spazio dell’inconscio materiale, delimitato realmente da una linea e dal quartetto d’archi, nel quale ogni nota stonata o movimento rotto sono l’espressione di qualcosa che irrefrenabilmente viene a galla dalla personalità istintiva di ognuno. Il pubblico può entrare in questa realtà e intuire gli avvicinamenti, le rotture, i ritorni tra gli interpreti da una danza implicita in cui musica e corpo ...
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