Étoile al Teatro dell’Opera di Roma, dopo tanti anni: un titolo “pesante”… Si, è un titolo molto forte ma è anche un segno tangibile di riconoscimento di quello che ho fatto nella mia carriera e nel mio teatro, per tanti anni. Credo sia stata una cosa giusta! A onor del vero, ero già primo ballerino: di fatto tra i due titoli cambia pochissimo, è semplicemente un modo per dare un qualcosa in più a chi, magari, ha effettivamente dato tanto per l’istituzione per cui lavora. Secondo te, è vero che oramai non ci sono più le stelle di un tempo? Nel senso: le compagnie sono composte di bravissimi ballerini, ma non c’è più chi spicca, che si distingue? È vero, ma credo che si debbano cercare le ragioni di questo “cambiamento” sul livello raggiunto dalla danza: siamo andati veramente avanti, i ballerini sono tutti molto preparati. È pur vero che, purtroppo, ultimamente si riscontra molta superficialità tra le persone che svolgono questo lavoro: pochissimi sono i danzatori a mettere ancora tutta l’anima! Fare il ballerino è un mestiere difficile, è vero? Si, molto difficile. Come in tutte le cose, bisogna metterci testa, gambe ma soprattutto anima. Non tutti riescono a ...
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