Tre secoli di storia, tre secoli di danza. Nella Russia dello zar Pietro il Grande caratterizzata dall’arte effimera di Stravinskij e Diaghilev. Il nuovo, ed ultimo, lavoro di Gianni Secondo (1925- 2011) dottore in medicina e chirurgia, storico e critico di danza, verte su questi argomenti. Pubblicato postumo per Edizioni Angolo Manzoni, il volume, intitolato “La danza vola al di sopra delle spade”, è considerato il nuovo monumento artistico della danza per la grande varietà di documentazioni che presenta al suo interno. Uscito in edizione limitata è ambientato in una Russia ancora di impianto zarista. Qui l’autore qualifica il modo con cui la danza veniva intesa e sperimentata e riflette sull’importanza che già aveva allora. Tutto questo, racchiuso in un libro contornato da cofanetto, è accompagnato inoltre da una serie di tavole colorate che illustrano vivacemente le dinamiche degli argomenti trattati. “La danza vola al di sopra delle spade” è sicuramente il titolo più appropriato per descrivere quanto la danza fosse importante già allora, a tal punto da impressionare e coinvolgere una delle figure più imponenti e dissolute di tutti i tempi: lo zar. Antonia Nedelcu
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