Saverio Marconi festeggia 50+1 di fortunata carriera. L’esordio nel 1970 seguono molte esperienze come attore di teatro (con registi come Franco Enriquez e Aldo Trionfo), radio e tv, e sul grande schermo come protagonista, diretto da Gillo Pontecorvo, Luigi Comencini, Pasquale Squitieri e i fratelli Paolo e Vittorio Taviani. È proprio con loro che nel 1977, nel ruolo di Gavino Ledda in “Padre Padrone” (Palma d’Oro a Cannes), vince il Nastro d’Argento come miglior attore esordiente e riceve una candidatura ai Bafta 1978. Saverio Marconi si forma alla Scuola di Recitazione di Dory Cei a Firenze e poi al Teatro Studio del Metastasio di Prato e ottiene la sua prima scrittura dai padri della commedia musicale italiana, Garinei e Giovannini. Alla regia approda dopo varie esperienze come attore di cinema, teatro, radio e tv. In teatro lavora con registi come Franco Enriquez e Aldo Trionfo; nel cinema con Paolo e Vittorio Taviani è protagonista di Padre padrone e Il Prato; negli anni ’70 e ’80 è protagonista di numerosi film diretti da registi come Gillo Pontecorvo, Luigi Comencini, Pasquale Squitieri. Si sperimenta come regista teatrale con un piccolo gruppo marchigiano non professionista, attività che lo porterà a far nascere a Tolentino la Scuola di Recitazione e, poi, la Compagnia della Rancia. Firma la ...
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Roberto Bolle: “Il mio esordio da regista? Bellissimo, mi sento libero di esprimermi e non sono strumento di altri”
GALLERY LA NOTIZIA ATTRAVERSO LE IMMAGINI “Un’opportunità del destino, il segno che a 40 anni dovevo mettermi in gioco con una cosa nuova. Timori ne ho avuti, eccome. Non sapevo niente di riprese. Ma è stato molto più bello di quanto pensassi”. Che nel suo caso si tratti di una talento purissimo, non ci sono dubbi. E a giudicare dall’espressione di Roberto Bolle nella danza, c’è da aspettarsi che il suo esordio alla regia non tradisca.. Se poi il documentario di cui ha firmato la regia racconta “la Scala che non si vede, la cittadella che vive dietro le quinte, fatta di artigiani, macchinisti, sarte, tecnici, falegnami, fabbri che concorrono alla creazione di un sogno”, insomma se come spiega l’etoile in una lunga intervista a La Repubblica, parla di casa sua, di “un mondo che conosco fin da bambino”, le premesse per un bel lavoro ci sono tutte. La Fabbrica dei Sogni, uno dei sei episodi del docu-film Milano 2015, che è stato proiettato l’11 settembre per le Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia è il primo lavoro di Bolle alla regia. Un’esperienza che, come racconta, gli ha permesso di esprimere se stesso. Sara Zuccari Direttore www.giornaledelladanza.com
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