Dopo la breve parentesi italiana dell’anno scorso, lo straordinario collettivo belga Peeping Tom torna nel nostro paese e riporta 32, rue Vandenbranden. Dopo la celebre trilogia composta da Le Jardin, Le Salon e Le Sous Sol, i danzatori presentano al pubblico del Teatro Due di Parma questa coreografia che affronta il ruolo dell’estimità in un piccolo paese, termine coniato ad hoc per questa pièce, in contrapposizione con intimité. In questa pièce l’azione si svolge sotto un cielo aperto, in un paesaggio di montagna con solo una casa sgangherata come rifugio. In una piccola comunità isolata, dove gli abitanti si confrontano con la loro solitudine, le forze interiori determinano le crisi dei personaggi: le loro motivazioni vengono esposte e spogliate della loro consapevolezza, il confine tra quello che accade e quello che loro credono accada è confuso e, spersi per la paura, rimangono intrappolati nel loro isolamento. Primaria fonte d’ispirazione per questo spettacolo è stata l’opera di Shohei Imamura La Ballata di Narayama, in cui un’anziana donna viene portata dal figlio a morire sulla sommità del monte Narayama. In questo lavoro fisico, corporeo e visionario allo stesso tempo, Gabriela Carrizo e Franck Chartier hanno voluto scavare nell’animo umano là dove si nascondono ...
Read More »Tag Archives: rue Vandenbranden
Last but not the least: a Equilibrio – Festival della nuova danza va in scena “32, rue Vandenbranden”, ultimo spettacolo della rassegna romana
Equilibrio – Festival della nuova danza giunge oramai al termine ma, prima di chiudere definitivamente i battenti dell’edizione 2011, propone al pubblico l’ultima creazione dello straordinario collettivo Peeping Tom intitolata 32, rue Vandenbranden. Dopo la celebre trilogia composta da Le Jardin, Le Salon e Le Sous Sol, il gruppo belga presenta al pubblico italiano la sua nuova coreografia, che affronta il ruolo dell’estimità, termine coniato ad hoc per questa pièce, in contrapposizione con intimité, in un piccolo paese. In questo spettacolo l’azione si svolge sotto il vasto cielo di un paesaggio di montagna, dove solo qualche sgangherato prefabbricato funge da rifugio: i protagonisti vivono in una piccola comunità isolata e si devono costantemente confrontare con la propria solitudine. L’attenzione si concentra sulle forze interiori che determinano la direzione dei movimenti dei personaggi, mentre le loro motivazioni sono esposte e spogliate di ogni consapevolezza. In questo spettacolo i protagonisti sviluppano il loro essere in uno spazio essenzialmente “mentale”; il confine tra ciò che accade nella realtà e ciò che loro credono accada è sfumato, e si perdono per paura di qualcosa che in verità sta dentro di loro, restando prigionieri del proprio isolamento. Fonte di ispirazione per questa rappresentazione è stato ...
Read More »