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Tag Archives: Salvatore D’Orsi e Antonino Terminiello

“Stoffa per la danza” – Painting Emotion

Fin dai tempi più antichi la pittura è stata protagonista nella vita dell’uomo, un mezzo di comunicazione visivo che ha dato la possibilità di esprimere esperienze reali, ma soprattutto espressioni e sensazioni dell’immaginario in maniera diretta, diversamente difficilmente esprimibili attraverso il linguaggio. Sviluppandosi trasversalmente tra culture e continenti, la storia della pittura è un fiume continuo di emozioni e creazioni in termini di linguaggio ed  espressione  del  corpo. I corpi diventavano tela: essi venivano infatti dipinti e abbelliti  per la rappresentazione di danze tribali di varia natura, siano esse state religiose, cerimoniali, intimidatorie, sessuali… Con il passare degli anni e l’introduzione degli abiti come costume, le tecniche di pitturazione dal corpo passano anche ai tessuti: ecco che sui capi d’abbigliamento vengono riportate  greche,  gigli e striature, che servono a impreziosire e a dare risalto ai capi senza dover necessariamente utilizzare tessuti importanti. Questo escamotage era ovviamente usato soprattutto per i costumi di scena:  tessuti  pregiati e costosi come damascati e broccati venivano sostituiti in  tessuti più economici dipinti con ramage  di fiori e greche. Questi venivano riprodotti con delle maschere normografiche naturali come foglie, fiori o pezzi di legno  incisi impregnati di colore, che venivano pressati sul tessuto e successivamente ...

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“Stoffa per la Danza” – Il tutù

La danza classica trova nel 1800 la sua massima espressione con balletti che ne fanno la storia e che, da un punto di vista accademico, ne segnano il futuro. È a questo periodo evolutivo che si deve l’origine del costume femminile per eccellenza della danza classica: il tutù.  Inventato da Eugène Lami, illustre pittore e litografo francese. Indossato, invece, per la prima volta, da Maria Taglioni il 12 marzo 1832 all’Opéra di Parigi per la rappresentazione de La Sylphide. André Levinson così commenta questa invenzione: “A suo tempo, il coreografo Gardel aveva introdotto la riforma di David: le ballerine sfoggiavano tuniche alla greca i cui drappeggi evidenziavano le linee del corpo. Lami crea invece i suoi drappeggi di mussolina che rigonfiano la gonna in infinite pieghe bianche. A forma di campana o meglio di corolla rovesciata, questo costume permette alla ballerina, ambi movimenti, favorisce salti ed agilità. Allo stesso tempo, questa nuvola di candida garza emana poesia virginale…. Mano a mano, unito alle punte, che evidenziano il movimento delle gambe, il tutù continua a semplificarsi. Oggi possiamo classificare i tutù in tre tipi: il tutù piatto cioè quello a ruota, il tutù romantico, cioè quello lungo fino alla caviglia od ai ...

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“Stoffa per la Danza” – Cento Anni di “Sacre”

Il balletto “Le Sacre du Printemps” di Igor F. Stravinskij compirà un secolo di vita il prossimo mese: il  suo debutto risale al 29 Maggio 1913 a Parigi, al Théâtre des Champs-Elysées, messo in scena dai Ballets Russes di Sergej Diaghilev, su musica di Igor’ Stravinskij, con scenografie e costumi di Nikolaj Konstantinovič Roerich e per la coreografia di Vaclav Nižinskij. Di controversie “Le Sacre du Printemps” ne ha recate con sé tante, a partire dal titolo, che andrebbe lasciato intradotto: fuorviante e quasi ridicolizzante tradurre il termine “Sacre” con “Sagra”, sarebbe da tradurre piuttosto con “rituale”, trattandosi, seguendo la trama dell’opera, di un rito sacrificale pagano. Il balletto mette infatti in scena un antico rito pagano russo, che si svolgeva all’inizio della Primavera e prevedeva la scelta di una fanciulla, l’Eletta, che si sacrificasse danzando fino alla morte per propiziare la nuova stagione. La premiere di Le sacre du Printemps è rimasta nella storia. Il pubblico e la critica si trovarono di fronte a un vero e proprio Manifesto di Arte Contemporanea, una radicale rottura con il passato sotto tutti gli aspetti: musicale, coreografico e scenico. E la sua forza risiedeva nel dichiarare a gran voce il nuovo attraverso costumi, scene e atmosfere radicate nell’antico: contro ...

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“Stoffa per la Danza” – Le ali di Loie

  Gli appassionati di danza sicuramente ricorderanno Loie Fuller – nome d’arte di Marie Louise Fuller – la quale, pur non avendo mai preso lezioni di danza, è sicuramente tra le pioniere della danza moderna statunitense, artefice di una nuova idea del ballo che tralascia le rigide imposizioni del balletto classico alla riscoperta delle possibilità espressive del corpo. Non era una grande ballerina, non possedendo una autentica maestria tecnica, ma il suo eccezionale estro creativo diede vita a qualcosa di assolutamente nuovo. Nata nel1862 aFullersburger, nell’Illinois, iniziò sin dall’età di quattro anni una carriera di attrice teatrale in spettacoli folkloristici, vaudeville, burlesque e teatro di varietà. Ma solo nel 1892 divenne nota per le sue esibizioni “danza della farfalla” o “serpentina”, caratterizzata da semplici movimenti abbinati a tessiture con taglio a ruota o spirale, portando in scena, con assoluta originalità, un corpo avvolto in ampi drappeggi di seta. Sotto gli effetti delle luci, i drappeggi mossi da lei stessa, assumevano forme diverse: farfalla, fiore, fiamme, una coppa d’oro… Trovò ispirazione a questa nuova danza in un episodio casuale che le capitò durante le prove di Trip to Chinatown: qualcuno le regalò una gonna in seta cinese trasparente ed ella guardandosi ...

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Il direttore Sara Zuccari riceve il Premio “Jasha premia la danza” inaugurando la collezione esclusiva disegnata per lei ispirata ai più celebri capolavori del repertorio classico

  Lo scorso 1 settembre, nella splendida Piazza Tasso di Sorrento, si è svolta la manifestazione “Jasha premia la danza”, organizzata dall’Atelier Jasha nella figura dei suoi stilisti Salvatore D’Orsi e Antonino Terminiello, con la direzione artistica di Thiago Oliveira. In occasione dell’evento – cui hanno preso parte volti noti della danza, quali Anbeta Toromani, Alessandro Macario, Stefano di Martino, Bill Goodson – sono stato consegnati due premi per la divulgazione della danza italiana: a Sara Zuccari, giornalista e critico di danza, direttore del giornaledelladanza.com, nonché membro della commissione tecnica di “Amici” 2012 e a Lorena Coppola, Fondatrice e Presidente della Fondazione Léonide Massine, vicedirettore del giornaledelladanza.com. Per ritirare il premio Sara Zuccari ha indossato il primo degli abiti della collezione esclusiva creata dai due stilisti per lei, ispirata ai più celebri capolavori del repertorio classico, Il Lago dei Cigni, Uccello di Fuoco, Don Chisciotte, La Bayadère. Con lo charme che da sempre la contraddistingue, ha calcato il palco con la sua figura elegantemente avvolta nel bellissimo abito i cui contrasti cromatici richiamano in modo stilizzato e raffinatissimo il contrasto tra Odette e Odile e l’eterna lotta tra il bene e il male. Il Lago dei Cigni è infatti il ...

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