Nei tempi ormai remoti della Russia zarista, la danza classica era sicuramente il simbolo più eloquente della cultura aristocratica che si distingueva dal resto della società. Nel 1917, con l’avvento della famosa ma triste Rivoluzione d’Ottobre, la danza, così come tutte le altre forme d’arte, cadde sotto lo stretto controllo delle autorità sovietiche. Tuttavia, nonostante i loro sforzi, i sovietici furono sempre lontani dall’ imporre un cambiamento radicale nel mondo della danza. Christina Ezrahi, storica e studiosa della cultura russa, dedica un vasto volume al balletto classico durante il travagliato periodo della rivoluzione bolscevica. Il titolo del libro, “Swans of the Kremlin, ballet and power in Soviet Russia” ( i cigni di Cremlino, balletto e potere nella Russia Sovietica), allude, in senso metaforico, alla resa finale di Cremlino, con cui la rivoluzione si concluse. L’intento della scrittrice è quello di sottolineare la grande forza di volontà che spinse il mondo della danza a sopravvivere alle minacce sovietiche, salvaguardando e sviluppando i suoi canoni tradizionali. Sono ricordati, tra l’altro, i due fautori della resistenza: i teatri russi per eccellenza Mariinskij e Bolshoi. Il libro, pubblicato per Dance Books Ltd , è disponibile in lingua inglese ed offre al pubblico lettore una grande ...
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