Colori, misticismo, emozioni visive e inconsce. Un corpo di Ballo “ritrovato”, quello dell’Opera di Roma, forte, preciso, elegante, capace. Un’operazione “Roland Petit”, quella di Eleonora Abbagnato, direttore del Corpo di Ballo del Costanzi dal 2015, ben riuscita che ha trovato riscontro, prima di tutto, nel pubblico entusiasta e appagato, e poi dalla critica. C’è Roland Petit. E’ passato da Roma per la prima volta con “Notre-Dame de Paris”, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo e debuttato all’Opéra Garnier di Parigi nel 1965. Come una cometa ha lasciato una scia di applausi frenetici e di interrogativi. Che cos’è oggi Petit, Chi è comunque? Come intenderlo? E come amarlo? Non è facile rispondere. E anche le nostre sono solo ipotesi di lavoro. Come sempre. Ma una cosa è certa Petit appartiene alla storia della danza e alla sua genialità, asceso in pieno diritto – nell’empireo dei parametri eterni, come ad esempio George Balanchine, che ormai è li: intoccabile e intramontabile. I coreografi sono un pò come i vini: nei casi buoni, col passare degli anni migliorano e certe loro annate sono più felici di altre. Ecco perché è utile fare il punto su un grande titolo, riproposto a teatro, periodicamente cogliendolo in un dato ...
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