Lei dal 2005 è Direttore di una delle scuole più prestigiose in Italia “Russian Ballet College” di Genova. Come nasce questo progetto così ambizioso?
Il Russian Ballet College, per la precisione nasce nel 2008, come ulteriore sviluppo dell’International Dance Academy scuola di danza nata nel 2005, sempre a Genova ma in un’altra sede. Ho sentito la necessità di creare questa struttura completa per la formazione dei ballerini, in quanto in Italia non esisteva una struttura simile dove viene applicata la metodologia russa di insegnamento della danza metodo di A. Vaganova.
Il college ha la sua sede in una splendida villa del 600 ed è dotato di tutte le comodità tipiche di un college, camere per i ragazzi, ristorante interno, sale da ballo e da studio, e altri servizi. Il corpo docente, ed io stessa viviamo nella struttura che dispone di appartamenti riservati ai professori.
Nella sua scuola il livello degli allievi è molto alto, so che passano delle selezioni molto dure, quali sono i requisiti e i parametri con cui si relaziona?
I parametri presi in considerazione per l’ammissione di un giovane presso la nostra accademia sono prima di tutto fisici, bel viso, corpo proporzionato e corrispondente ai requisiti tipici dei ballerini. Ma la cosa più importante è riuscire a capire se in loro esiste quel talento comunque necessario per creare futuri grandi danzatori, che a volte rimane nascosto e che non è facile individuare. Questo talento per mia esperienza è più facile individuarlo negli uomini che nelle donne. I ragazzi ammessi vengono “educati” non solo sotto l’aspetto tecnico ma anche culturale. Da questo lavoro nascono i successi che hanno ottenuto i miei allievi nei vari concorsi tra i quali i più importanti sono quelli conseguiti al Concorso di Spoleto, gli inviti come ospiti a galà o manifestazioni come GiffoniFilmFestival o il Mediterranean Arts of Festival in Grecia o i vari riconoscimenti e premi tra i quali il “Premio Romaindanza 2012 ricevuto il 5 gennaio u.s. alla presenza della Sign.ra Carla Fracci
Che cosa rappresenta per lei il “Russian Ballet College”
Il coronamento di un sogno, iniziato 22 anni fa quando sono arrivata per la prima volta in Italia dove ho cominciato subito ad insegnare danza classica in importanti scuole private italiane.
Ci racconta una giornata tipo dei suoi allievi?
I ragazzi si svegliano alle 7,00 fanno colazione e alle ore 7,30 vanno a scuola presso le strutture scolastiche con noi convenzionate come la scuola media Novaro o il Liceo Gobetti.
Al termine delle lezioni tornano al college e dopo pranzo alle ore 15.00 cominciano le lezioni di danza che si protraggono fino alle ore 19.00 alternando il tempo dedicato alla danza con quello per fare i “compiti”. Dopo cena alle ore 20,00 si torna in sala da ballo per le lezioni di repertorio e per preparare eventuali spettacoli a cui i ragazzi sono stati invitati.
Adesso parliamo di Lei: come nasce la sua passione per la danza?
Inizio a studiare danza dall’età di 7 anni presso una scuola privata. Studiavo anche pianoforte al conservatorio di Donezk in Ukraina dove viveva la mia famiglia. Non concludo gli studi al conservatorio perché all’età di 12 anni ho passato l’audizione per entrare presso l’Accademia Nazionale di Danza in Bielorussia in Minsk dove mi diplomai come ballerina professionista. La passione? Amavo e continuerò ad amare sia la danza che la musica. Queste sono le mie due passioni.
Ha collaborato con molti teatri e scuole tra queste l’Accademia Grace di Monaco. Cosa ricorda di quegli anni?
Non teatri casomai scuole tra le quali L’Accademia Grace di Monaco, diretta da Marika Besobrasova, per la quale ho avuto il piacere di lavorare come insegnante negli anni 95,96,97.
Un’esperienza che mi ha arricchito moltissimo e forse proprio li, vedendo com’era strutturata la sua accademia è nato il desiderio di crearne una tutta mia, e mi sembra di esserci riuscita.
Avrà avuto modo di conoscere molti personaggi del mondo della danza, chi ricorda con affetto?
Questo mondo mi ha dato modo di conoscere moltissimi personaggi con i quali ho avuto ed ancora ho dei rapporti bellissimi non solo professionali ma anche di amicizia come Elvira e Filippe Braunschweig, fondatori del Gran Prix de Losanne, Eleonora Abbagnato, che conosco fin da quando era una mia piccola allieva a Palermo e in ultimo Alberto Testa.
In questi anni ha ricevuto molte soddisfazioni tra le tante quella di lavorare, come ricordava prima, al fianco di Alberto Testa come assistente alla Direzione artistica della Settimana Internazionale della danza Città di Spoleto e a luglio scorso quando i suoi allievi hanno danzato nello spettacolo “Il valore di una vita” di Alberto Testa in cartellone alla 54 edizione del Festival Dei Due mondi di Spoleto. Un grande risultato immagino?
La conoscenza e l’apprezzamento da parte del Prof. Testa per il mio lavoro ha rappresentato un momento determinante per la mia crescita e quella dei miei allievi. Ho conosciuto personalmente Alberto Testa nel 2008 a Spoleto in occasione del Concorso di Danza al quale avevo iscritto alcuni miei allievi. In quella stessa occasione ho avuto modo di incontrare e conoscere Paolo Boncompagni e sin da subito è nata tra me, Alberto Testa e Paolo Boncompagni una reciproca stima che ci ha portato a lavorare insieme e devo dire con ottimi risultati. Non ultimo l’inserimento dei miei allievi nello spettacolo “Il valore di una vita”. Momento di profonda riflessione sulla storia della danza, vista attraverso gli occhi di questo immenso personaggio, danzata da giovani e promettenti ballerini.
Progetti per il futuro?
Progetti e programmi? A febbraio partecipazione al Concorso di Danza a Berlino. Il 17 marzo a Livorno la terza messa in scena dello spettacolo del prof. Testa. Ovviamente a fine marzo a Spoleto, partecipazione al Concorso con tre giovanissimi nuovi allievi. A maggio siamo ospiti dello spettacolo di fine anno dall’Accademia Nazionale di Riga – Lettonia presso il Teatro Nazionale dell’Opera. In ultimo l’apertura presso la nostra sede di un corso di perfezionamento per danzatori dai 18 anni in su. Queste sono le certezze. Grandi e importanti progetti sono in cantiere, ma non voglio parlarne per pura scaramanzia.
Irina allo specchio: un sogno nel cassetto?
Mi guardo allo specchio e gli anni passano per tutti, ma questo è un aspetto che riguarda solo il “fisico”, non certamente la mia voglia di crescere, di continuare a migliorare e di fare quello che più amo: insegnare, coreografare e dirigere. Ecco il sogno è questo.
In ultimo si sente di ringraziare qualcuno per tutto ciò?
Diverse sono le persone che mi sento di ringraziare, ma sicuramente e senza ombra di dubbio il più sincero ringraziamento va a mio marito Costanzo che ha sempre creduto in me…
Sara Zuccari
Direttore www.giornaledelladanza.com