DANZA CHI, COME E PERCHE’
Gentile Direttore abbiamo recentemente letto sul Corriere della Sera un articolo di Valeria Crippa in cui afferma che la danza è finita. Lei cosa ne pensa a riguardo?
Mauro Bianchini
La danza non è finita. No, no e poi no! Non sono assolutamente d’accordo con questo articolo e penso addirittura che siano proprio articoli come questo a far morire la danza. L’ho detto e ripetuto un’infinità di volte; la danza sta attraversando certamente un momento di forte crisi. Ma è una crisi che riguarda anche altri settori artistici e che si è verificata altre volte in passato, come la storia ci insegna. Nulla di nuovo quindi, ce la caveremo anche oggi! Mi preme sottolineare invece che c’è in questo momento un grande fermento artistico che dovrebbe essere salvaguardato e vorrei citare un proverbio che, secondo me, è molto azzeccato alla situazione: “Dopo la tempesta c’è sempre la quiete”. Voglio quindi essere fiduciosa perché amo la danza e voglio affrontare in modo costruttivo questo periodo della storia. Voglio fare tesoro di certe esperienze. La danza tornerà a splendere se ci uniamo tutti insieme verso un unico obiettivo: la serenità della danza! Modalità d’uso? Non diamo noi stessi addosso alla danza, abbiamo già chi ci pensa!
S. Z.
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Caro Direttore, le porgo le mie più sentite congratulazioni, abbiamo recentemente appreso la notizia della sua nomina come responsabile del Premio della Critica al Concorso di Spoleto ci può spiegare in cosa consisterà?
Natalia Abis
Si. Sono felice di questa nomina arrivata dal Prof. Alberto Testa e Paolo Boncompagni insieme a tutta l’organizzazione del Concorso. La giuria sarà composta da me e due giornalisti del settore che si alterneranno ogni anno. Lavoreremo a pari passo con la giuria dei cosiddetti “Tecnici”. Alla finale decreteremo un premio per un giovane talento e uno per il miglior coreografo. Credo fortemente in questa iniziativa, per la quale mi sono messa subito a lavoro già da qualche settimana. Penso che questo premio riconosca l’impegno e l’importanza di noi cultori della danza che svolgiamo un ruolo fondamentale per la sopravvivenza dell’arte coreutica che spesso, però, con mio profondo rammarico, non viene considerato. Grazie a te cara Natalia per avermi dato l’opportunità, con questa domanda, di esprimere un pensiero a me molto caro.
S. Z.