San Francisco onora il re della danza. In occasione dei vent’anni dal tragico addio alle scene e morte di Rudolf Nureyev, il Young Museum della città californiana omaggia la leggenda della danza con la mostra Rudolf Nureyev, a Life in Dance. Creata anche grazie all’allestimento di Giuliano Spinelli, collaboratore di Ezio Frigerio che congiuntamente a Franca Squarciapino ha spesso contribuito (con scene e costumi) al successo degli allestimenti di Nureyev, la mostra espone ben settanta costumi, arrivati direttamente dal Centre National du Costume de Scène di Moulins.
Chiuderà il 17 febbraio dell’anno prossimo. L’esposizione presenta un tripudio di giustacuori di inusitata bellezza, leggere camice dalle maniche sbuffanti e tutù trionfanti di tulle indossati dalle sue partner. Proprio da questi abiti di scena emerge un pezzo importante di storia della danza e della leggenda del secolo scorso. Uno su tutti: il giustacuore argentato con ricami azzurri e trapunto di pietre dure disegnato da Nicholas Gerogiadis, usato da Nureyev per il mitico allestimento del Lago dei cigni di Vienna del 1964 dove danzò con Margot Fonteyn e venne immortalato in un film e in DVD.
Non solo costumi, però: al Young Museum è in esposizione anche una grande quantità di materiali fotografici, video, oggetti che illustrano la vita del grande artista e personaggio mediatico, sempre condotta in primo piano anche per i suoi atteggiamenti anticonformisti. Rudolf Nureyev ha salutato per l’ultima volta il suo pubblico il 5 novembre di venti anni fa: tra sguardi commossi, il ballerino carismatico, leggenda del 900, coreografo, a lungo direttore del balletto parigino, ha detto addio alle scene proprio all’Opéra, in occasione de La Bayadère, da lui coreografata. Un momento molto triste: il re era visibilmente scheletrico e ammalato ma sempre elegantissimo. È morto il 6 gennaio del 1993 per complicazioni dell’Aids. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Sainte-Geneviève-des-Bois, alla periferia di Parigi, in una tomba disegnata proprio da Ezio Frigerio.
C.V.