Hai appena ricevuto il Premio Anita Bucchi 2010 come miglior ballerino italiano.
Ripercorrendo le tappe della tua carriera in ascesa, quali sono stati i momenti importanti della tua formazione e quale insegnante è stato per te decisivo e perché?
Credo che la partecipazione ai concorsi, come quello di Vignale e di Istanbul (dove ho vinto la medaglia d’oro), sia stato un momento importante per la preparazione che questo comporta e per il confronto con altri ballerini di eccellenza. Per me è stata anche fondamentale un’educazione tecnica internazionale, come quella che ho ricevuto alla Hungarian National Academy di Budapest, o la tecnica Balanchine alla School of American Ballet di New York. Ho inoltre avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino professionale insegnanti di prestigio e talento come Ludmill Cakalli, Valentin Onoschko della Vaganova di San Pietroburgo e, alla scuola di Vienna, Evelyn Teri, ex étoile di Stoccarda, che tutt’ora mi segue come couch e mentor personale.
Quale esperienza stai portando avanti a Vienna?
Sono arrivato a Vienna e ho dovuto imparare il tedesco immediatamente per poter finire i miei ultimi 3 anni di liceo fino alla maturità. Contemporaneamente ho dovuto assolvere il diploma della scuola di ballo, conseguito con il massimo dei voti, e partecipare alle produzioni della compagnia. Sono stati anni duri e difficili ma che mi hanno reso forte e autonomo. Attualmente vivo la mia stagione professionale soddisfatto delle conferme che ricevo giornalmente.
Quali sono stati i passaggi più significativi nella tua vita di ballerino?
Sicuramente l’aver vinto diversi premi: la medaglia di bronzo all´ÖTR Contest 2007, il Grinshko Special Prize, l’ Hope of the Ballet World Prize, la medaglia d’argento al Concorso Internazionale di Danza Premio Roma 2008, il primo premio assoluto e l’Orso d’oro a Vignale al Concorso Internazionale Giovani Talenti del Teatro Nuovo di Torino 2008, il primo premio e la medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Istanbul 2008, il Premio Talento 2010 della compagnia dell’Opera di Vienna e il Premio Sinfonie d’autore 2010 ad Amalfi.
Il seme della tua passione per la danza credi fosse insito in te sin dalla nascita?
Sì, sicuramente!!!! Ero piccolissimo, quando, sentendo la musica, cominciavo a muovermi seguendone il ritmo. Ho chiesto ai miei genitori di iscrivermi in una scuola di danza. La mia passione è nata spontaneamente e loro l’hanno sempre assecondata; mi hanno aiutato in modo tale da permettermi di realizzare tutto ciò che ho ottenuto fino ad oggi.
Che generi e coreografi ti piace interpretare?
Mi piace molto il lavoro creativo e per quello mi interessa molto la cooperazione con i coreografi. Mi piace anche sperimentare e cimentarmi in ogni stile credendo di avere buone doti di versatilità. Vorrei poter un giorno lavorare con Nacho Duato. Ho lavorato ad ottobre con William Forsythe a Francoforte per la messa in scena di The Vertiginous Thrill od Exactitude all’ Opera di Vienna ed è stata un’esperienza importante, ora sto lavorando con Paul Lightfoot per la messa in scena del suo Skew Whiff nella prossima prima a gennaio con la compagnia.
Lo stile in cui più ti riconosci?
No, non riesco a riconoscermi in uno stile in particolare. Amo la versatilità, stimo molto i ballerini che sono eccellenti nel classico ma che riescono ad essere anche dei bellissimi ballerini contemporanei o moderni. Io aspiro a ciò. Ho iniziato con l’ Hip-Hop, Latino Americano e Jazz, ora sono concentrato esclusivamente sul classico in una grande compagnia in un teatro lirico, ma sono contento di aver praticato altri tipi di danza in passato… e perché no magari riprenderli in futuro!
Davide fuori della scena?
Sono una persona molto “normale”. Al momento sono impegnatissimo con la compagnia e non vedo l’ora di riposare tutte le sere e di andare a letto il prima possibile! Altrimenti amo la tecnologia e l’informatica, a volte passo delle ore in Internet!
Sei ambizioso?
Si, molto, credo sia fondamentale nel mio lavoro ad un certo livello.
I tuoi progetti nel medio e lungo termine?
Proseguire in un percorso di vita che mi permetta di migliorare progressivamente la mia tecnica e la mia espressione come persona.
Ti immagini anche coreografo un giorno?
Sì, potrei immaginarmi un futuro da coreografo. Tutto ciò che prevede l’uso della creatività mi attrae. Una possibile alternativa alla danza avrebbe potuto essere infatti una professione orientata al disegno e alle arte visive.
La sensazione più bella provata da quando hai iniziato?
È stata probabilmente alla fine di uno spettacolo, quando, ai saluti, il pubblico mi ha emozionato profondamente, ripagandomi di tutto il duro lavoro, oppure vedere i miei genitori fieri di me, di come sono ora, dopo tutti i sacrifici che hanno fatto.
Professionalmente come inizierai il nuovo anno, hai già degli impegni che ti attendono?
Sì, per quanto riguarda gennaio, ballerò all’ Opera di Vienna in Il Pipistrello di Roland Petit, in Skew-whiff di Paul Lightfoot, in Le Souffle de l´esprit di Jiri Bubenicek, il ruolo principale di Max in Max und Moritz, in Donizetti pas de deux di Manuel Legris e interpreterò il ruolo di Bernard in Raymonda di Nureyev. Danzerò inoltre nel Concerto di Capodanno 2011 in onda il 1 gennaio su RAIUNO.
Lorena Coppola
Foto © Paulone e Wiener Staatsoper