Inaugurata il 30 novembre scorso con lo spettacolo dei MOMIX Remix The best of Momix e continuata con Lo Schiaccianoci del Rousse State Ballet, l’edizione 2010-2011 della Rassegna Internazionale di Danza d’Autore, Verso l’Universo, prosegue il suo corso proponendo al pubblico presente al teatro Toniolo di Mestre il prossimo 11 gennaio lo spettacolo offerto da una delle compagnie di danza contemporanea più apprezzate al momento, la Elisa Monte Dance Company (EMD).
Nata nel 1981, la compagnia newyorkese non ha tardato a mostrare al mondo della danza il proprio valore aggiudicandosi ad appena un anno dalla fondazione il riconoscimento di “migliore compagnia” al Paris International Dance Festival. Da allora ha intrapreso un lungo e felice percorso fatto di creazioni coreografiche ad opera della fondatrice Elisa Monte e di tournée in più di quaranta paesi, tra Europa, Asia e America.
Il programma della serata al Toniolo prevede la rappresentazione di cinque coreografie che ripercorrono la storia della compagnia nei suoi trent’anni di vita: dal primo lavoro di Elisa Monte, Treading (1979), fino all’ultima tappa della sua evoluzione artistica, Continuum (2009), passando per Run to the rock (1998), By your side (2009, di Tiffany Rea-Fisher), Shattered (2000). In particolare Continuum, che l’autrice definisce “un cinetico flusso di coscienza”, verrà proposto in prima nazionale.
Come nella passata edizione, inoltre, l’esibizione portante della serata verrà anticipata da brevi creazioni coreografiche di giovani artisti segnalati, dietro richiesta degli organizzatori della rassegna, da ‘addetti ai lavori’ – critici, coreografi, direttori di compagnie, maestri- che hanno occasione di incontrare nella loro attività professionale giovani talenti da lanciare. Il compito di introdurre la Elisa Monte Dance Company spetterà al coreografo e danzatore emergente Matteo Carvone.
INFO:
11 gennaio 2011 ore 21.00
Teatro Toniolo
P.tta Cesare Battisti, 1
30172 Mestre – Venezia
http://www.culturaspettacolovenezia.it
Francesca Romana Famà
Foto di Roy Wolkmann