Anche il Balletto di Torino ha partecipato a RomainDanza, la prima edizione della Fiera della Danza tenutasi a Roma il 14, 15 e 16 gennaio. Per saperne di più abbiamo incontrato il Direttore Loredana Furno ed il coreografo Matteo Levaggi.
Signora Furno, con quali aspettative il Balletto di Torino partecipa a RomainDanza?
Le aspettative ci sono sempre, in qualsiasi cosa facciamo, principalmente ci piace prendere parte a queste nuove iniziative proprio per la freschezza e le novità che apportano rivolgendosi ai giovani, in perfetta sintonia con il Balletto di Torino che è una Compagnia anagraficamente molto giovane.
Con la Compagnia siete spesso alla ricerca di giovani talenti, che tipo di qualità riscontrate negli ambienti di danza?
Si, noi cerchiamo spesso dei nuovi danzatori talentuosi ed anche qui a Romaindanza terremo un’audizione. Per quanto riguarda la qualità devo dire che in questo momento riscontriamo una forte tecnica nei ballerini maschi.
Trova che la disciplina sia cambiata negli anni?
Da noi siamo abbastanza rigorosi, il ballerino ha chiaramente la propria libertà artistica ma tutto ciò che riguarda la preparazione è assolutamente molto rigido. Il nostro coreografo, Matteo Levaggi, è molto attento e pretende molto dai ballerini.
Ciao Matteo, quale spettacolo presenta qui a RomainDanza il Balletto di Torino?
Qui presentiamo una trilogia, Chamber Studio, creata quest’anno per il Festival Internazionale di Miami su musiche di Johann Johannsson. E’ un pezzo per sette danzatori che rievoca questo pezzo musicale dal titolo Melodia.
La prossima stagione del Balletto di Torino?
Stiamo preparando una nuova creazione che proporremo ad ottobre. L’idea è quella di lavorare sulla musica de La Bella Addormentata, inserita però in contesto che non sarà quello classico ma in un concept completamente nuovo a cui stiamo lavorando.
Tra poco terrete un’audione per la Compagnia proprio qui in fiera, che elementi state cercando?
In ogni audizione cerchiamo di mantenere lo standard dei ballerini che già fanno parte della compagnia, osserviamo molto la tecnica mentre fisicamente abbiamo tutti ragazzi molto diversi tra di loro, su questo non ci imponiamo dei canoni fissi.
Alessandro Di Giacomo