Le danze pandemiche di Gabriella Stazio arrivano domenica 12 dicembre alle ore 21 sul palcoscenico del Teatro Sannazaro per il Campania Teatro Festival .
Come dice il titolo sono danze create in questo periodo storico che ancora stiamo vivendo e sono danze che, come le danze elleniche o quelle rinascimentali, è possibile che ritroveremo nei libri di storia dei prossimi anni. Danze che hanno fatto di una necessità – il distanziamento sociale – un punto di partenza, sollecitando approcci differenti alla coreografia ed alla creazione.
“Come tutte le danze storiche anche quelle create per la mia Compagnia sono danze brevi che si intersecano tra di loro fino a creare un’unica serata – dice Gabriella Stazio – in cui ironia e pensiero riflessivo si incontrano, senza mai toccarsi. Le danze pandemiche è un programma composto da tre performance che possono essere viste tutte insieme, in una stessa serata, ma anche singolarmente, in serate diverse. Sono pandemiche perché si parla di particelle sottili, di corpi e di distanziamento sociale. Argomenti che ci accompagnano da oltre un anno”.
La prima coreografia si intitola Polvere: minutissime particelle incoerenti e vede in scena impegnata in un assolo Sonia Di Gennaro danzatrice stabile della Compagnia Movimento Danza dal 1987 ed assistente della Stazio da anni.
L’incoerenza, la mancata coesione delle particelle di un corpo, di una sostanza, può avere i suoi lati positivi. Come il potersi insinuare ovunque, il volare almeno per un po’, e poi depositarsi, penetrare nuovamente in altri luoghi o nello stesso posto, di essere quasi invisibile, almeno all’inizio. Pensi di averla mandata via (l’incoerenza), ma non è così. Ritorna.
Un corpo coerente non può comportarsi allo stesso modo perché le particelle si aggregano, si consolidano, diventano materia e sei fregato. Anche l’incoerenza di pensiero è una bella qualità. Ognuno di noi avrà avuto un minutissimo momento di polvere di incoerenza nella vita. Ognuno di noi dovrebbe conservare un pensiero incoerente, come un’ancora di salvezza.
La seconda coreografia si intitola Il paradosso di Lulù e vede protagonista, nella parte di sé stessa, Emanuela Tagliavia celebre danzatrice e coreografa italiana già componente della Compagnia di Movimento Danza negli anni ’90. E’ la storia di un corpo, di un corpo come luogo del paradosso come dice Jacques Le Coff, come luogo di contraddizioni tra esperienza quotidiana e straordinaria, tra ragione e contraddizione. Un corpo che svela personalità diverse come “Una stanza piena di gente – dal titolo del libro di Daniel Keyes, autobiografia di Bill Milligan, prima personalità multipla riconosciuta dalla medicina – in cui incontri te stessa. Se da un lato la storia del corpo è una storia fatta di oblio, di rinuncia, dall’altro, come dice Marc Bloch, è necessario restituire un corpo alla storia. E dare una storia al corpo”.
Ultima coreografia Pandemik Mambo che vede in scena insieme Sonia Di Gennaro e Michele Simonetti danzatore storico della Compagnia Movimento Danza e non solo, attualmente docente di danza contemporanea presso Centre Anjaliom e il Conservatoire Erik Satie Le Blanc Mesnil di Parigi.
“Lo spunto di Pandemik Mambo è nato a Berlino visitando l’Hamburger Bahnhof, una ex stazione ferroviaria oggi trasformata in un museo – racconta Gabriella Stazio – quando ho incontrato un ragazzo e una ragazza che per mantenere le distanze durante la visita, indossavano un salvagente colorato. Fermati dalla sicurezza hanno prontamente obiettato che quello era il modo che avevano scelto per mantenere il distanziamento sociale”.
LE DANZE PANDEMICHE
Polvere: minutissime particelle incoerenti
Il paradosso di Lulù
Pandemik Mambo
Danzano Sonia Di Gennaro, Michele Simonetti, Emanuela Tagliavia
e con l’intervento di Martina Galardo, Francesca Gifuni
Musiche originali e sound design Francesco Giangrande
Luci Alessandro Messina
Produzione Movimento Danza, MiC, Regione Campania
Redazione