Un incredibile spettacolo sulla danza tradizionale della Georgia capace di catturare appieno il pubblico grazie alla cultura, all’energia e alla storia del suo popolo è giunto nei giorni scorsi in Italia – durante un gran tour in Europa e America – che ha toccato quattro date sold-out a Milano, Trieste, Verona, Mestre. Da Tbilisi il “Royal National Ballet” (che gode di chiara fama e popolarità in tutto il mondo) ha presentato lo spettacolo “Fire of Georgia” con la ricchezza di 40 danzatori e ben 370 costumi riflettendo ogni varietà sociale.
La compagnia è una delle migliori al mondo nell’arte del folklore, e sicuramente la più esperta sulla danza popolare georgiana. Un perfetto tramite per i georgiani che vivono fuori dalla loro madrepatria e per le persone che desiderano accostarsi e conoscere la cultura della Repubblica Democratica di Georgia. Il tutto esaurito nelle quattro date italiane, dopo aver toccato diverse altre Nazioni, è dato dal fatto che pur non conoscendo gli usi e i costumi di questo popolo, le loro esibizioni si rivelano un biglietto da visita capace di coniugare in un unico dizionario ogni “lingua”, per comprendere al meglio la storia georgiana tramite le sorprendenti esibizioni. Sorprendenti come quando ballano sulle punte di morbidi stivali senza rinforzi (che i georgiani chiamano “Tzeruli”) proprio come avviene per le ballerine classico-romantiche o quando la magistrale padronanza tecnica permette loro di eseguire piroette in ginocchio o incredibili salti e volteggi. Le scintille delle loro spade narrano il coraggio degli antenati e danno il via al titolo di questo nuovissimo spettacolo.
Il “Royal National Ballet” ha un pubblico trasversale capace di catturare donne e uomini, anziani e giovani, tutti accomunati nelle strabilianti performance che affrescano come in un pregiato dipinto la loro dottrina popolare. Per molti spettatori è stata una autentica sorpresa assistere all’entusiasmante talento, al potenziale fisico, alla raffinata tecnica, al carisma degli interpreti, alle radici di una terra tradotti in danza dai due fondatori-direttori-coreografi Gela Potskhishvili (Cavaliere dell’Ordine d’Onore della Georgia) e Maya Kiknadze (prima ballerina). Due artisti di elevata formazione, che conoscono perfettamente l’arte della danza e tutti gli ingredienti per un successo duraturo e senza confini.
I danzatori e le danzatrici hanno ottenuto standing ovation in ogni dove (un fatto non così abituale ai giorni nostri) perché rappresentano “la vita”, e ciò basta per lasciarsi andare al prodigio del sapere e della conoscenza. Tutti dovrebbero assistere almeno una volta alle performance del “Royal National Ballet” per rendersi conto della spettacolarità, della fatica, della disciplina, del rigore, del sacrificio, dello studio e della preparazione che c’è dietro anche al più piccolo dei gesti. Ogni elemento è equilibrato, tutto gode di assolutezza, tutto è un dono di estetica e puro godimento con intricati schemi spaziali e accurato lavoro all’unisono, eseguito in sincronia con la musica. I virtuosismi appaiono come un capolavoro di cesello. Le prove quotidiane sono fisicamente faticose ma una volta in scena gli artisti si mostrano gioiosi, portando con sé il proprio valore nonché empatia e complicità. Sicuramente bisogna essere georgiani per poter ballare così, è un qualcosa che appartiene al loro DNA.
Al crocevia tra l’Asia occidentale e l’Europa orientale, situato sul Mar Nero nelle montagne del Caucaso, lo Stato Democratico della Georgia si trova vicino a Russia, Turchia, Armenia e Azerbaigian, con influenze provenienti dalla Turchia e dalla Persia, il paese è vario nella sua cultura, come evidenziato nelle sue danze.
Lo spettacolo è pervaso di sentimenti per la propria patria, e il gruppo folk è l’autentico custode degli usi, dei costumi e delle tradizioni secolari che fanno da cornice agli incontri e alle celebrazioni che si differenziano di regione in regione per stile e repertorio. Ogni quadro portato sulle tavole della ribalta rappresenta le melodie, gli eleganti accessori, le voci potenti ed espressive, rievocando le montagne del Caucaso, il Mar Nero, i monasteri e le chiese arroccate in posizioni elevate e scenografiche sulle montagne, i paesaggi di rara beltà, le verdi vallate, la natura selvaggia, lasciando al pubblico lo stupore dell’incanto in una genuina espressione millenaria nella fierezza nazionale.
Le danze godono di una storia plurisecolare dove l’uomo dal cenno intrepido, orgoglioso e battagliero, competente nel gioco di lame, richiama le nozioni della forza d’animo, della piena efficienza fisica, delle rocambolesche gesta. Mentre la donna con passo felpato riversa soavità naturale e regalità di portamento. L’abilità più sopraffina del maschio consiste nel corteggiamento. Ciò avviene tenendo in vita arcaici rituali che richiamano ad una finezza che fa sì che le mani non si vedano mai perché coperte da lunghissime maniche a sottolineare la mancanza di contatto in quanto la donna veniva considerata una creatura sacra e imprendibile.
L’attenzione nel trasmettere le antiche danze popolari, nel riproporre quelle ormai scordate, oppure nel creane di inedite fortifica una raccolta coreutica altrimenti perduta. I remoti testi riportano che la danza folkloristica georgiana nasce da quelle in tributo al Dio della Fertilità. Negli anni poi hanno visto la luce altri balli, come quelli dedicati alle battaglie, all’ambientazione campestre, alla potenza della natura, alle danze liriche, nuziali, di corte, romantiche per giungere oggi a quelle teatrali. L’intreccio di trame nei vari brani presentati in scaletta viene incarnato abilmente dai favolosi costumi che trasformano “Fire of Georgia” in un trionfo della cultura caucasica sulla scena mondiale.
I presenti più volte durante le esibizioni si sono uniti agli artisti battendo le mani, tenendo il tempo, incitando gli esecutori, in una armoniosa connessione tra platea e palco… Nell’immaginario del pubblico la sala teatrale si trasforma e prende forma in un qualcosa di grandioso, lasciandosi trasportare in altre dimensioni, dove i profumi, i colori, le sensazioni, le energie, avvolgono per due abbondanti ore di spettacolo con ripetuti bis a rappresentare un’evasione dalla realtà come fosse un’iniezione di bellezza e di elisir di lunga vita.
Le donne, raggianti e bellissime, dagli occhi brillanti, appaiono eteree, diafane, evanescenti e spirituali mentre si librano in abiti lunghi che nascondono i loro piedi. Le ballerine georgiane, tutte di fulgida leggiadria, rivelano una formazione che si rifà a quella classica. I movimenti sono celestiali ed aerei. Indimenticabile il portamento delle braccia che ha un’enorme importanza nello sviluppare la bellezza delle linee, la morbidezza e la mobilità del corpo e del capo, infondendo come nella disciplina accademica l’esatta fluidità del movimento per disegnare nell’aria suggestioni, mantenendo sapiente l’uso della posizione della testa, della direzione dello sguardo e dell’atteggiamento del torace. Ma per ogni danza garbata ne esiste anche un’altra in cui le donne sono accanto agli uomini, volteggiando, saltando ed eseguendo giochi di gambe complessi che mostrano le loro capacità professionali.
Per sottolineare l’importanza del “Royal National Ballet” basti pensare che tra le grandi star della danza mondiale attuale, è nata una nuova stella dall’incredibile carisma. Stiamo parlando di Giorgi Potskhishvili, nipote di Gelodi Potskhishvili, scomparso nel giugno 2023, che è stato in scena per sessant’anni. Nel 1978 fondò il “Metekhi Dance Theatre” – specializzato in danze tradizionali georgiane – dove si incontrarono i genitori di Giorgi (gli attuali direttori del “Royal National Ballet”). La danza per questo giovane artista e vanto georgiano (attualmente ricopre la carica di primo ballerino al “Dutch National Ballet” di Amsterdam diretto da Ted Brandsen) è nata proprio ammirando ballare i suoi genitori e i suoi nonni per poi muovere i primi passi nella scuola di famiglia ed in seguito al “Royal National Ballet”. Tutto ciò gli ha portato gloria e fama, tanto che pochi giorni fa è stato ospite d’onore al gala “Roberto Bolle and Friends” dove ha infiammato gli animi degli spettatori dimostrando il suo virtuosismo tecnico, la grande elevazione, il piglio coinvolgente e una travolgente energia acquisita proprio negli anni di formazione in Georgia e nella compagnia che stiamo raccontando in questa recensione.
Il ritmo magnetico di “Fire of Georgia” è continuato anche nel secondo tempo, anzi ancor più con forza e potenza. Gli slanci hanno proseguito ad incantare il pubblico per la destrezza e le acrobazie eseguite senza alcun apparente sforzo dagli artisti del “Royal National Ballet”. Il virtuosismo è la proiezione artistica di tutti gli esecutori della Compagnia i quali possiedono, come già ben sottolineato, eccezionali doti. Basti ricordare che per Omero la virtù significava possedere coraggio e destrezza. Cicerone identificava il virtuoso con colui che era ricco di “forza d’animo”. Aristotele ritrovava nella virtù il mezzo per conseguire la felicità, ovvero quello strumento che consentiva di realizzare totalmente sé stessi. Mentre per Seneca la virtù era una disposizione d’animo che in ogni situazione della vita terrena permetteva di individuare l’esatta misura nel comportamento, nell’essere coraggioso di fronte al dolore, alle sfide, alla disperazione e al contempo nel saper donare quando è importante essere generosi, nel saper apprezzare la soddisfazione dei bisogni necessari della propria vita. Mentre Wittgenstein identificava il talento come la capacità di chiarire meglio qualcosa che è già stato pensato da altri. Poiché il talento, come facoltà produttiva innata dell’artista, appartiene esso stesso alla natura. E la natura non è altro che l’insieme di tutte le cose esistenti considerate nella sua forma complessiva, nella totalità dei fenomeni e delle forze che in essa si manifestano. Ed è proprio questa miscela filosofica che idealmente ha dato vita alla ideazione del direttore Gela Potskhishvili e della direttrice Maya Kiknadze che applicata alle danze popolari georgiane si trasforma in un coup de théâtre.
In attesa di un ritorno in Italia del “Royal National Ballet” non si può fare a meno di comprendere che le loro danze sono davvero un’esperienza indimenticabile e inaspettata, che unisce i popoli in un gesto di fratellanza. La popolarità dell’ensemble georgiano cresce di anno in anno. E con essa cresce anche il numero di spettatori che ammirano le innate attitudini e propensioni. Il consiglio ai lettori è quello di non perdersi il prossimo tour che non tarderà a ritornare sulle ribalte italiane e internazionali, perché è ben chiaro che tutto viene creato e danzato con amore.
Michele Olivieri
Foto: Per gentile concessione del Royal National Ballet of Georgia
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