Amalia Brugnoli (Milano, 11 agosto 1802 – 1892) è stata una notissima ballerina italiana del periodo romantico. Oltre alle sue doti innate viene ricordata come l’iniziatrice della danza sulle punte eseguita per la prima volta a Vienna.
Infatti Amalia fu la prima a salire sulle punte in alcuni passaggi. Un’altra iniziatrice al suo pari fu la francese Geneviève Gosselin. Mentre a danzare per prima sulle punte un intero balletto fu Maria Taglioni in La Sylphide, che in pieno Romanticismo, fornì una precisa evoluzione alla bellezza estetica del lavoro sulla punta, apparendo eterea e impalpabile con la tipica caratteristica tra realtà e sovrannaturale.
L’epoca romantica tersicorea ha così fortificato il ruolo della ballerina trasformandola nella componente principale ed essenziale del balletto, lasciando in secondo piano il ruolo maschile.
Amalia Brugnoli riscosse un notevole successo in tutta Europa negli anni Venti dell’Ottocento, danzando spesso con il marito Paolo Samengo.
Nata a Milano nel 1802, figlia di due ballerini Paolo e Giuseppa Brugnoli, nel 1813 si iscrisse all’Imperial Regia Accademia di Ballo del Teatro alla Scala aperta nel medesimo anno, della quale è stata una delle prime diplomate.
A Milano fu inoltre allieva privata di Carlo Blasis. Come da tradizione della Scuola scaligera, Amalia diede grande apporto agli spettacoli della Scala prendendo parte ad opere liriche e balletti. Entrò a far parte della compagnia scaligera nel 1817, debuttando nel Prometeo di Salvatore Viganò, e creò inoltre un ruolo nella Dircea di Louis Henry (1826).
In seguito, sotto la guida di Louis Henry divenne prima ballerina seria al Teatro Sant’Agostino (celebre sala teatrale genovese costruita nel 1702 secondo la tipica struttura all’italiana, a ferro di cavallo con cinque ordini di palchi che ospitò il debutto di Niccolò Paganini e vide visitatori imperatori, re e principi. Dopo la ricostruzione a causa dei bombardamenti oggi è conosciuto come Teatro della Tosse).
Danzò pure al Teatro San Carlo di Napoli e al Teatro Regio di Torino in cui nel 1823 fu interprete del ballo pantomimico in cinque atti Haroum-al-Rachid di Pietro Angiolini.
Attiva in Italia e all’estero, Brugnoli fu tra le migliori ballerine dell’epoca, nonché tra le allieve più note che portarono nel mondo l’arte della Scuola di ballo della Scala.
Nel 1823 sotto l’insegnamento di Augusto Vestris e di suo figlio Armand danzò a Vienna nel balletto La Fée et le Chevalier di Armand Vestris dove salì sulle punte in alcune sequenze della coreografia.
A quel tempo le scarpette fornivano scarso sostegno, l’unico irrigidimento era un blando rammendo sul retro delle dita che permetteva di posare in punta per circa un secondo. La scarpetta con la punta piatta e bloccata, si vide molto più avanti, nel XIX secolo. È quasi impossibile con certezza conoscere quale ballerina sia stata la primissima a danzare sulle punte. Ad esempio alcuni dipinti ottocenteschi delle ballerine Maria de Caro (allieva di A. Vestris e di J.-G. Noverre e già prima ballerina al Teatro S. Moisè di Venezia) e Fanny Bias (allieva di Louis Milon e ballerina dell’Opéra di Parigi dal 1807 al 1825) le raffigurano mentre utilizzano la tecnica delle punte. Certamente Genevieve Gosselin ed Amalia Brugnoli furono tra coloro che riscossero elogi pubblici per quella che è considerata l’odierna tecnica delle punte. La sequenza relevé, piroette, saltelli e pose sostenute non fu possibile fino all’avvento della moderna scarpetta.
Tornata in Italia, Amalia Brugnoli ballò con Carlo Blasis e nel 1828, dopo un soggiorno a Napoli, si sposò con il primo ballerino e coreografo del Regio Teatro San Carlo, Paolo Samengo. Nel 1832 i coniugi apparvero insieme al King’s Theatre di Londra, dove critica e pubblico diedero enorme risalto alla danza sulle punte della Brugnoli.
Nei primi anni Trenta dell’Ottocento la Brugnoli gareggiò con Fanny Elssler e si esibì a Parigi e Londra nel 1832.
La coppia Brugnoli-Samengo viaggiò molto e si esibì in Italia ed Europa, danzando per una intera stagione al Théâtre des Bouffes di Parigi. Si ricorda anche nel 1938 l’esibizione di Amalia al Gran Teatro La Fenice di Venezia nel balletto La Sylphide di Antonio Cortesi.
Nel 1837 i coniugi si ritirarono dalle scene e diedero alla luce il loro primogenito Federico a cui seguì Giuseppe, nato nel 1844.
Si segnala in alcune note storiche che Amalia fu prima ballerina danzante al Gran Teatro d’Apollo in Roma, nella primavera del 1840.
Una curiosità ci riporta alla serie di stampe Sketches in the King’s Theatre, che mostra Samengo e Brugnoli in vari balletti, in particolare cinque sono raggruppate nella sequenza denominata The Romantic Ballet in London. Le stampe facevano parte della collezione di Marie Rambert e del marito Ashley Dukes accumulate nella prima metà del XX secolo. Composta da 145 pezzi, alcuni dei quali appartenuti alla leggendaria ballerina Anna Pavlova, fu una delle prime e più importanti collezioni di settore. La Rambert acquistò la prima stampa come regalo di nozze, anche se cambiò idea e la tenne per sé. Con l’accrescersi della collezione, venne esposta al “Mercury Theatre”, sede del Ballet Rambert. Nel 1968 Marie Rambert regalò la collezione al Victoria and Albert Museum. Definita collezione di stampe del balletto romantico si trovano inoltre incisioni di artisti del XVII e XVIII secolo, oltre a litografie della fine del XIX secolo, quando i grandi giorni del balletto a Londra e Parigi erano ormai tramontati.
Amalia Brugnoli, come tutte le altre illustri ballerine del periodo romantico fu applaudita in particolare per l’enfasi sentimentale e la tecnica votata all’emotività. Movimenti dolci, braccia curve, aspetto leggero con un’accentuata inclinazione in avanti del busto furono l’esatto biglietto da visita dove far trionfare il tutù nel mondo incantato del ballet-blanc.
Michele Olivieri
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