
La mostra I Tre Grandi di Spagna: tre visioni, un’eredità, ospitata alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 1°novembre 2025 al 25 gennaio 2026, racconta la nascita e l’evoluzione di alcune tra le più significative avanguardie artistiche del Novecento attraverso le opere di tre dei suoi massimi protagonisti: Pablo Picasso, Joan Miró e Salvador Dalí.
Si tratta di una produzione esclusiva, un’esposizione mai realizzata prima e concepita appositamente per lo spazio milanese, che offrirà al pubblico un percorso inedito e irripetibile nel cuore della modernità artistica. Numerose opere su carta, incisioni e stampe, al centro della mostra documentano il massimo comune denominatore che ha caratterizzato la formazione e lo svolgimento dell’arte di tre indiscussi protagonisti del Novecento. Tre personalità uniche, tre sguardi indipendenti e innovativi, un’eredità comune che ha segnato in modo indelebile l’arte moderna, generando simboli, forme e linguaggi che ancora oggi influenzano la cultura visiva contemporanea.
La mostra è curata da Joan Abelló, con Vittoria Mainoldi e Carlota Muiños, prodotta da Comune di Milano, Fabbrica del Vapore e Navigare s.r.l, patrocinata dal CIU-UNION QUADRI, e gode delle approvazioni di Succession Picasso, Succesió Miró, Salvador Dalí, Gala Salvador Dalí Foundation.
Il percorso espositivo, diviso in cinque sezioni, ripercorre le tappe fondamentali della storia di Picasso, Miró e Dalí a cominciare della loro formazione, il fermento culturale della Catalogna – terra d’origine per Miró e Dalí e di iniziazione artistica per Picasso – e l’influenza decisiva esercitata dai movimenti del Modernismo e del Noucentisme.
Dalla comune rottura con i canoni accademici al trasferimento nella Parigi delle avanguardie, passando per incontri cruciali e momenti di svolta, la mostra racconta come ciascuno abbia elaborato un linguaggio radicalmente personale, contribuendo a plasmare il panorama dell’arte del secolo scorso.
Il filo conduttore che unisce i loro percorsi artistici è sicuramente il Surrealismo – inteso come corrente ma anche come mezzo privilegiato di espressione dell’inconscio e dell’identità individuale – che ben rappresenta il cuore della mostra.
Ampio spazio viene anche dato al consolidamento delle poetiche personali nel Secondo dopoguerra e l’affermazione del successo internazionale, che sono esplorati nell’esposizione attraverso alcune delle opere e serie più significative dei tre artisti.
Infine, uno sguardo all’eclettismo tecnico che accomuna Picasso, Miró e Dalí: pittura, scultura, grafica, poesia, cinema, arti applicate e interventi in ambito architettonico e pubblico si fondono nel corpus di ciascuno di questi tre artisti che sfidano le classificazioni e moltiplicano i linguaggi dell’arte.
La mostra I Tre Grandi di Spagna: tre visioni, un’eredità riunisce opere note e meno note, alcune delle quali esposte per la prima volta in Italia, per raccontare, attraverso contrasti e affinità, un immaginifico dialogo di queste tre menti visionarie, accomunati da ben più di un mero luogo geografico di nascita. Oltre alla semplice celebrazione del mito, l’esposizione vuole anche indagare la parabola artistica dei tre maestri come simbolo della storia del Primo Novecento, fatta di guerre e dittature che per la Spagna durarono fino alla metà degli anni’70.
A tal proposito la mostra dedicherà anche una particolare attenzione all’opera Guernica di Pablo Picasso, e all’anno 1937, in cui fu realizzata, come commovente manifesto contro la guerra. Bozzetti preparatori, fotografie scattate da Dora Maar – fotografa, poetessa ed artista allora amante di Picasso – che ne attestano la lavorazione, e ancora opere coeve dell’artista malagueño, come nel caso de Sueño y Mentira de Franco, che mostrano il clima culturale dell’epoca, non tanto dissimile da quello contemporaneo, dove violenza e distruzione si imponevano sull’uomo.
Altrettanto significativa all’interno del percorso espositivo è l’opera Bacchanale, in esposizione dal 1° novembre, massiccia scenografia teatrale realizzata da Salvador Dalí nel 1939 per l’omonimo balletto, il primo di molti per cui Dalì prestò la sua arte. Capolavoro di surrealismo, l’opera – che viene esposta per la prima volta in Italia in occasione di questa mostra – rappresenta anche la prima collaborazione del pittore con I Balletti Russi di Monte Carlo, che prima di lui si erano avvalsi di quella, tra gli altri, di Picasso e Mirò. Accanto al Bacchanale il pubblico potrà assistere alla proiezione del video che ha rimesso in scena il balletto, e la sua scenografia, lo scorso dicembre 2024 presso il Círculo de Bellas Artes di Madrid, già presente in mostra incorniciato da un sipario, in attesa dell’arrivo dell’opera.
Delle oltre duecento opere presenti in questa esposizione molte appartengono a serie grafiche su carta (litografie, acqueforti, acquetinte, puntesecche, linoleografie) che vengono esposte complete, come raramente accaduto prima in Italia: tra le altre la celebre Suite Vollard – una raccolta di 100 incisioni realizzate da Pablo Picasso tra il 1930 e il 1937, commissionata dal mercante d’arte Ambroise Vollard e che esplora temi cari alla poetica picassiana, come il mito del Minotauro, l’atelier dell’artista o il rapporto tra eros e creazione – o la serie Femme di Joan Mirò realizzata nel 1965 per l’editore e gallerista francese Aimé Maegh, in cui l’artista trasforma la figura femminile, soggetto ricorrente nella sua opera, in un simbolo universale.
I prestiti provengono da importanti istituzioni museali internazionali tra cui il Museu Nacional Centro de Arte Reina Sofia, il Museu Picasso – A Coruña, la Fundación Museo de Artes del Grabado, Galería Jorge Alcolea – Spagna, Galerie de La Présidence – Francia, Tour Jarlier – Francia, INART Found – Lussemburgo, Guastalla Centro D’Arte – Italia, Kronos Gallery – Italia, ma soprattutto da altrettante importanti collezioni private che permetteranno al visitatore di scoprire lavori meno conosciuti dei grandi maestri, esposti raramente in Italia.
L’evento inaugurale serale sarà realizzato in collaborazione con Radio Monte Carlo e sarà animato da un dj set di Nick the Nightfly.
COMITATO CURATORIALE
Joan Abelló (Reus, Catalogna, SP) dottorato di Ricerca Cum Laude e Menzione Europea in Scienze Umanistiche presso l’Università Pompeu Fabra di Barcellona (UPF). Diploma in Archivista (Archivio Segreto Vaticano, SCV). Diploma in Management Culturale e Fund Raising (ESADE Business School, Barcellona). Critico d’arte e design, curatore indipendente. Ha collaborato con diverse scuole superiori d’arte e design (IED ed Escola EINA-UAB) e università in Italia, Stati Uniti e Spagna. Dirigente del Reial Cercle Artístic de Barcelona, direttore dell’Institut Catalunya Africa e responsabile della Delegazione CIU UNIONQUADRI in Spagna (Confederazione Italiana di Unione delle professioni Intellettuali, Roma). Ha curato e collaborato a diverse mostre e attività legate al design e all’arte contemporanea, in Europa, America, Asia, e ricerche d’arte in Africa, in musei o enti pubblici. Del periodo delle avanguardie storiche si segnalano la partecipazione a Futurismo & Futurismo, curata da Pontus Hulten (Palazzo Grassi, Venezia 1986), e la collaborazione a Picasso, l’uomo dalle mille maschere, curata da Jean Paul Barbier-Mueller (Museo Barbier Mueller d’Arte Precolombiano, Barcellona 2006). Co-curatore e direttore della mostra itinerante Picasso e la fotografia: gli anni della maturità. Fotografie di Edward Quinn e Andr. Villers, 1951-1973. L’ultima mostra con catalogo si è tenuta a Roma, prima della pandemia: Palazzo Merulana di Roma, dal 27 giugno al 26 agosto 2019, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Instituto Cervantes di Roma. Nel dicembre (2022), Picasso e la fotografia… (Пикасо и Єотография…) hanno aperto i battenti a Sofia (Bulgaria) e si recheranno a Dakar presso il Musée des Civilizations Noires (MCN). In Italia, nel 2024, per Navigare ha curato la mostra Henri de Toulouse-Lautrec. Il mondo del circo e Montmartre a Torino (20 aprile-21 luglio) e Parma (7 settembre-12 gennaio 2025) e la mostra aperta a Napoli: Picasso. Il Linguaggio delle Idee, Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietra Santa – Lapis Museum.
Vittoria Mainoldi (Bologna, Italia) dopo studi classici si laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Bologna nel 2007. Nello stesso anno inizia a lavorare presso la Galleria Forni di Bologna, seguendo soprattutto la programmazione di fiere all’estero e gli artisti stranieri. Nel 2011 fonda, assieme al socio Maurizio Guidoni, ONO arte contemporanea, una galleria d’arte specializzata nella realizzazione di mostre fotografiche legate alla cultura popolare e alle grandi icone del secondo Novecento. La proposta di ONO è volta ad avvicinare un nuovo pubblico di collezionisti giovani alla fotografia. I rapporti di esclusiva che ONO ha con la maggior parte degli artisti internazionali che rappresenta hanno permesso di proporre e far conoscere sul mercato italiano fotografi altrimenti non facilmente accessibili. Dal 2013 ONO produce anche mostre per musei, spazi espositivi istituzionali, oltre che a realtà commerciali private in Italia e nel mondo. Le mostre di ONO sono progettate e realizzate internamente in ogni fase della loro organizzazione: dalla curatela al disegno dell’allestimento, dalla produzione del catalogo alla comunicazione. Mainoldi si occupa di supervisionare tutte le parti della realizzazione delle mostre e di curarne gli aspetti scientifici. Tra i progetti museali più importanti ricordiamo “David LaChapelle” (Maschio Angioino, Napoli); “Botero: Via Crucis” (Museo della Permanente, Milano). “Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray” (Palazzina di Caccia di Stupinigi, Torino); “Surrealist Lee Miller” (Palazzo Pallavicini, Bologna, CAF, Almeria and La Termica, Malaga, Spagna); “Heroes: Bowie by Sukita” (Palazzo Medici Riccardi, Firenze); “Hanri de Tolouse Lautrec” (Palazzo della Rosa Prati, Parma); “Beyond Alien: H.R. Giger” (Mastio della Cittadella, Torino); “Robert Doisneau Le Temps Retrouvè” (Palazzo del Duca, Senigallia, Ancona); “Inge Morath: retrospectiva” (La Malagueta, Malaga, Spagna).
Carlota Muiños (A Coruña, Galizia, SP) fin dall’infanzia è stata immersa nell’arte, crescendo tra tele, sculture e restauri nel laboratorio della madre. Questa esperienza precoce ha alimentato in lei una vocazione profonda: creare esperienze culturali capaci di connettere il pubblico alle opere d’arte attraverso l’emozione, una narrazione accessibile e il sentimento d’identità collettiva. Oggi, in qualità di direttrice di Art & Projects – Connecting Culture, si occupa dello sviluppo di progetti espositivi in tutte le loro fasi: dall’ideazione curatoriale e selezione delle opere, alla progettazione degli spazi, fino al coordinamento dei team e alla comunicazione con istituzioni, artisti e pubblico. Il suo lavoro mira a trovare nuovi modi per avvicinare l’arte alle persone, favorendo il dialogo con altre discipline e valorizzando le storie che l’arte è in grado di raccontare. Tra i progetti recenti si segnalano: Nelson Villalobo – O Vento Comezou De Novo (La Coruña, 2023), Homenaje a Picasso, Vallauris 1972 (La Coruña, 2023), Mujercitas del mundo, uníos (La Coruña, 2023 – Feria del Cómic) e Las Chicas del Pillar (La Coruña, 2023 – Feria del Cómic).
Michele Olivieri
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