Il mondo della danza dice addio a Violette Verdy, una delle figure più amate del panorama artistico internazionale, scomparsa tristemente ieri.
Nata il 1 Dicembre 1933, ha avuto una brillante carriera in Francia e negli Stati Uniti come ballerina, insegnante e scrittrice.
Dopo aver completato il suo percorso di studi a Parigi con Madame Rousanne e Victor Gsovsky, ancora adolescente, nel 1945, fece il suo debutto con Les Ballets de Champs-Elysees, interpretando diversi ruoli di Roland Petit. In seguito ha danzato al London Festival Ballet (1954–55), a La Scala (1955–56), all’American Ballet Theatre (1957–58) e al New York City Ballet, come prima ballerina (1958–77).
Dotata di una tecnica eccezionale, ma anche di una sensibilità artistica penetrante e intelligente, è stata un’interprete esemplare per tutti i coreografi con cui ha lavorato, da Petit a Balanchine e Robbins.
Nel 1949 fu scelta per il film Ballerina. Nel 1976 lasciò le scene per dedicarsi alla direzione del Paris Opera Ballet. Nel 1980 rientrò negli Stati Uniti, dove divenne co-direttrice del Boston Ballet. In seguito ha continuato la strada dell’insegnamento presso il New York City Ballet e la Jacobs School.
Violette Verdy tuttavia non era solo una grande professionista, ma una personalità fuori dal comune. Coloro che l’hanno conosciuta ricordano anche la sua gentilezza, la sua generosità e la sua profonda spiritualità. Spesso si recava in India per studiare con il suo Guru e credeva fermamente nel karma.
Una personalità che mancherà moltissimo.
Lorena Coppola
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