La WhyCompany va in scena al Teatro Furio Camillo di Roma il 19 e 20 Ottobre con Mother creazione artistica della coreografa Valentina Versino. Mother come lo definisce la stessa coreografa non è altro che una denuncia danzata, la presa di coscienza di un male sociale che logora corpo e mente, malattia dei nostri giorni. “Ti prego non amarmi più, non amarmi più così” questa è la preghiera che i corpi di Mother portano avanti. Personaggi soppressi dove l’unica evasione all’amore può essere lo scomparire pian piano, il lasciarsi morire di fame per il semplice fatto di non saper dire di no all’amore.
Quella della coreografa Valentina Versino nasce da un’esigenza di portare il dolore che attualmente ci appartiene nella sua danza, attraverso la ricerca porta in scena un corpo spesso dilaniato dall’incapacità di sapersi accettare e di essere ciò che si è. Purtroppo gli schemi imposti dalla società condizionano il nostro essere a volte privandolo della sua istintualità. Tre danzatrici in scena: unico punto di connessione il corpo, con il quale portano fuori il proprio dolore dopo un’accesa lotta fra corpo e mente, toccando l’estasi dell’oblio .
Uno spettacolo che vuol farci riflettere, la coreografa rifacendosi a uno scritto di Sartre: che chiamava “dannati della terra” gli unici capaci ancora di raccontare il mondo con poesia, gli unici capaci ancora di rinascere ad ogni occasione, di lottare, di sperare e di far sentire alta la propria voce sotto forma di testimonianza, denuncia, preghiera, lo sente come parte della sua danza.
Il progetto prevede lo spettacolo e un laboratorio di danza di ricerca “Propulsioni singole” che si terrà presso il teatro dal 18 al 20 Ottobre.
ORARI & INFO
Mother
Venerdì 19 e Sabato 20 Ottobre 2012, ore 21:00
Teatro Furio Camillo
via Camilla, 44 – Roma
Tel.(+39) 06 97616027
Propulsioni singole
Laboratorio di danza di ricerca
Giovedì 18, Venerdì 19 e Sabato 20 ottobre 2012
dalle 14:00 alle 17:00
Info: 06.97616026
info@teatrofuriocamillo.it
(indicare nell’oggetto : “Laboratorio Propulsioni Singole”)
Loredana Adinolfi