La situazione in cui versiamo è fortemente preoccupante: l’Italia e il resto del mondo vivono in una sorta di “congelamento” su tutti i fronti, impedendo ad ognuno di noi di avere la vita che fino a quasi un mese fa avevamo.
L’economia del Paese e del mondo è ferma e questo getta tutti noi nella paura di ciò che dovremo a seguito affrontare.Voglio lasciare questo mio pensiero perché se finora la cultura in genere è stata considerata un settore su cui non investire particolarmente, questo è il momento su cui puntare su una delle punte di diamante della nostra Italia.
Come la culinaria e la moda, fiori all’occhiello in tutto il mondo, è ora per le nostre istituzioni di svegliarsi e di capire che ora possono riscattarsi dando alla cultura la giusta posizione che si merita. Puntare su musei, monumenti, teatri, mostre, sulla musica, sulla danza, può consentire forti introiti ed aiutare lo Stato per aiutarlo a risalire in questo difficile momento e consentire a tutti i lavoratori dello spettacolo e della cultura di tornare ai vecchi fasti in cui Italia era sinonimo di arte e bellezza, rendendosi così conto che hanno sprecato troppo tempo a non supportare questo settore.
A noi tutti operatori del settore danza in particolar modo, il mio personale invito a mettere da parte le proprie ideologie e di stringerci tutti per collaborare, confrontarci e stabilire assieme ogni strategia possibile per tutelare il nostro settore.Ce la possiamo fare ma non stando divisi ma diamoci la mano uno con l’altro. Forse da un grande problema a livello mondiale potremo capire l’importanza di un valore da troppo tempo dimenticato ed accantonato: la solidarietà che farebbe di ognuno di noi un vero Grande.
Antonio
Redazione www.giornaledelladanza.com