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Antonio Desiderio, una carriera da manager a livello internazionale

Dal 16 al 19 settembre sarai a Miami per la XVI Edizione dell’International Ballet Festival, la tua carriera di manager ed organizzatore dunque si estende anche oltreoceano…

Beh, a quanto sembra, pare di sì ! È il secondo anno che collaboro con l’organizzazione del Festival e, come tutte le realtà americane, c’è sempre una grande organizzazione e uno staff davvero da urlo. Quando lo scorso anno mi ha chiamato il Direttore Artistico del Festival, il M° Pedro Pablo Peña , sono rimasto un po’ scioccato! Sono stato l’unico rappresentate italiano e ho portato la coppia Montagnoli/Renda dall’Arena di Verona e Hatala/Nenadovic Otrin dal balletto di Vienna e Lubljana. Quest’anno invece sarà la volta delle coppie Vittorio Galloro, Balletto Classico di Reggio Emilia con Arianne Lafita, Victor Ullate Ballet di Madrid, e di Venus Villa e Pedro Lapetra dell’English National Ballet di Londra.

Le differenze fra l’Italia e l’estero nel lavoro di organizzazione?

È una delle domande che maggiormente mi vengono fatte e purtroppo la risposta è quasi sempre la stessa…dico purtroppo perche il problema io credo sia nell’investimento che l’Italia fa molto poco nella cultura. Parlando squisitamente del settore danza, i progetti a lungo termine in Italia sono molto rari, sono sempre un po’ fatti all’ultimo momento e su questo sta molto l’abilità di chi opera nel mio settore di riuscire in poco tempo a mantenere e dare sempre un livello perche nell’arte è questo che conta. A maggior ragione, ora che la crisi imperversa, l’unico modo affinché il pubblico vada a teatro è garantire qualità.

Sei oggi considerato uno dei più capaci manager in campo artistico, ovviamente è un lavoro in cui non ci si improvvisa, ci vogliono comunque delle basi culturali, tu sei pianista e sei dottore in Legge…

In verità non mi sono mai diplomato in pianoforte perché ho indirizzato i miei studi pianistici all’accompagnamento della danza mentre frequentavo Giurisprudenza all’Università. La mattina andavo nei centri professionali di danza per le lezioni e poi scappavo all’università a studiare! Ho imparato tantissimo stando in sala da ballo: il rigore, la pulizia e la dedizione che la danza quale disciplina richiede l’ho assimilata proprio guardando e suonando le lezioni. Poi, quando mi sono laureato, ho deciso di fare una tesi che, benché impegnativa, mi riportava  a questo settore. Riguardava infatti i profili pubblicistici degli enti lirici italiani e… presi 11 punti tesi anziché 9 per l’originalità della traccia! In seguito mi sono specializzato in management musicale con un corso post laurea. Tutto questo mi ha formato in maniera solida e la soddisfazione più grande è stata quella di poter poi tenere io delle masterclass in management musicale all’Università in Spagna e… in America!

Come ti sei avvicinato al mondo della danza?

Ho da sempre frequentato il teatro perché mio padre era un dipendente del Teatro dell’Opera di Roma e fin da piccolo ho visto opere liriche e balletti. Sono stato sempre affascinato dal movimento e dal messaggio che la danza sa dare e per diverso tempo sono stato ad assistere a lezioni di danza del caro e compianto amico M° Sergio Marocchi  che ebbe la pazienza di spiegarmi tutto. Ho da subito mostrato una certa predisposizione, tanto che mi diceva ogni volta: “Ma quale avvocato!!! Devi fare il manager! Ci sei nato!”… mi sa che ci aveva visto lungo!

Lo scorso 29 maggio al Teatro Argentina di Roma hai organizzato un altro importantissimo galà, con Eleonora Abbagnato ed altri grandi artisti di caratura internazionale, si può dunque dire che scegli sempre la qualità?

È la mia regola assoluta! Specie nei galà! È stato il primo gran galà per la città di Roma ed essere stato il Direttore Artistico per un evento dedicato alla mia città, da cittadino romano, è stato solo che un onore per me! Riunendo diverse coppie di danzatori provenienti da tutto il mondo non ci si può permettere che il cast sia disomogeneo da un punto di vista tecnico. Da molti sono considerato esigente e pignolo (chiedo sempre pas de deux molto difficili da un punto di vista musicale e tecnico, lo ammetto!) ma so che così il pubblico va in delirio e il lavoro che da mesi si segue ha un giusto valore. Lo spettacolo è stato così concepito e la presenza di Eleonora Abbagnato è stata veramente la punta di diamante.

Quali sono le principali doti da possedere in un lavoro come il tuo?

Ci sarebbe da fare una lunga lista… al di sopra di tutto il rispetto per quest’arte e per chi fermamente dà la sua vita per farla al meglio. Inoltre, preparazione artistica e musicale, educazione e stile sono d’obbligo. Non mi stancherò mai di dire che questo lavoro non si improvvisa da un giorno all’altro come tristemente purtroppo alcune persone fanno… ed infatti rimangono lì senza troppe evoluzioni.

A dicembre hai in progetto tre serate di galà a Salerno al Teatro Verdi, quali saranno gli artisti che vi parteciperanno?

Sì, Salerno e il Teatro Verdi stanno avendo un successo enorme sotto la sapiente direzione artistica del M° Daniel Oren. È stato proprio lui a chiedermi di organizzare queste tre serate e voglio siano all’insegna del grande stile. Il cast è per ora ancora top secret… posso solo dire che ci saranno importanti esponenti di compagnie del calibro  dell’English National Ballet, dell’Opera di Kiev, di Berlino e tanti altri grandi nomi…inoltre saranno tre serate magiche perché (probabilmente) tutte con orchestra dal vivo, cosa oggi molto rara nei galà!

Successivamente sarai in trasferta in Cina con l’Arena di Verona…

Questa è stata un po’ una delle news dell’estate! Ci sarà una grande tournée in Cina con il programma dedicato a Nino Rota e presentato il maggio scorso dall’ente areniano al Teatro Filarmonico; la coreografia è del direttore del Corpo di Ballo della Fondazione Arena, Maria Grazia Garofoli. Si partirà con tutto il Corpo di Ballo per 15 giorni e per questa tournée mi sono stati riconfermati due artisti che già avevano preso parte allo spettacolo in maggio: Vito Mazzeo, nuovo Principal al San Francisco Ballet, e Mick Zeni, Principal del Teatro alla Scala di Milano.

Nel tuo orizzonte a 360 gradi il prossimo maggio stai organizzando una serata di moda e danza all’Auditorium di Santa Cecilia. Secondo te cosa hanno in comune la moda e la danza?

Non ho mai organizzato nulla del genere prima d’ora. Sarà un po’ una scommessa tutta nuova anche per me. Il tutto avverrà nella splendida cornice dell’Auditorium di Santa Cecilia. Per questa volta però niente balletto classico, organizzerò un programma molto diverso e variegato in cui vestiti e danza dovranno fondersi in un’unica magia!

Quali sono i tuoi obiettivi nel medio e lungo termine?

Nel medio termine i progetti di cui abbiamo parlato sopra, nel lungo termine un bel viaggio di un mese in una meta sperduta dal mondo in modo che io non possa sentire il cellulare né ricevere e-mail!

Un progetto ancora in sospeso?

Mi piacerebbe realizzare un grande evento-balletto su musiche di Renato Zero che considero uno degli ultimi grandi talenti come Rudolph Nureyev e Luciano Pavarotti.

Lorena Coppola

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