Beniamin Boar è nato nel 1978 in Romania e ha studiato danza alla Bucarest Ballet School. Ha continuato i suoi studi negli Stati Uniti e in Germania presso la Hamburg Ballet School, dove ha preso parte a Le Sacre du printemps sotto la direzione di John Neumeier. Dal 1998 al 2000 ha danzato presso la Operahaus of Kiel. Nel 2001 è entrato a far part della Compagnia Rosas. Attualmente è impegnato in diversi progetti a livello europeo. L’ho incontrato a Milano, in occasione della sua partecipazione al Festival “Pillole – Somministrazioni di danza d’autore” organizzato dall’Associazione PANDANZ.
È stata la prima volta per te in Italia come guest artist in un Festival?
No, ero già stato in Italia, ma è stata la prima volta a Milano.
Com’è nata la collaborazione col Festival Pillole
Sono entrato in contatto con Virginia Spallarossa e Roberto Altamura, gli organizzatori del Festival che mi hanno invitato a prenderne parte, attraverso amici del collettivo con cui collaboro e ho pensato di partecipare con Traces, un lavoro basato sull’improvvisazione.
Cos’è l’improvvisazione per te? Come vivi questo genere di esplorazione?
Io non credo che ogni movimento debba significare sempre e necessariamente qualcosa di speciale, talvolta può essere anche solo pura percezione fisica. Traces ad esempio è basato su un reading e mi è piaciuto utilizzare la transizione e la percezione di musica e testo, il testo ha un andamento musicale che mi trascina, ho seguito quello, non vi è alcun significato “nascosto”, ma naturalmente contiene anche molta emozione. Io amo i contrasti che può esprimere anche solo la parola sul puro movimento. Penso che la danza si possa vivere anche così.
Dimmi della tua carriera…
Ho iniziato a studiare danza all’età di 10 anni a Bucarest, poi ho continuato in Germania e, dopo aver completato i miei studi di danza classica, ho iniziato a lavorare come freelancer. Al momento sono impegnato in diversi progetti, faccio parte di un piccolo collettivo di tre artisti e mettiamo in scena dei lavori nostri, lavoriamo in residenze coreografiche, abbiamo diverse produzioni all’attivo.
Quando hai compreso e deciso che la danza contemporanea era il tuo percorso?
In Romania ho studiato con degli ottimi insegnanti che attualmente sono artisti affermati e credo che loro abbiano lasciato in me il seme per questa inclinazione.
Cos’è la danza contemporanea per te?
Credo sia qualcosa che rende la creazione fresca e nuova, può essere qualsiasi cosa per me, l’estetica, un tema specifico, qualsiasi cosa che parta da nuove idee per generare e creare qualcosa.
Ti senti più un danzatore o un coreografo?
Mi vedo più come un danzatore, ma amo anche molto creare.
Cosa ti ispira maggiormente?
Qualsiasi cosa, la vita stessa. Ad esempio mi piace fare foto e le immagini mi danno molta ispirazione, credo comunque sia qualcosa di molto interiore difficilmente esprimibile a parole.
Cos’è l’innovazione per te?
Io credo che il fatto che molto sia stato già detto e visto nella danza non significhi che non vi sia ancora qualcosa da dire. Ritengo che molto dipenda da come ogni artista elabori personalmente ciò che ha da dire, da come possa trasformare ogni materia di creazione in qualcosa di personale e di nuovo, questa è per me l’innovazione.
Se dovessi descrivere la tua personalità? Quanta della tua personalità porti nella tua danza?
E difficile dirlo, ma c’è sempre una parte della propria personalità che si cerca di esprimere attraverso la danza, anche se non saprei se vi sia un aspetto predominante della mia personalità che emerge nel mio modo di fare danza, credo sia un insieme di emozioni e sensazioni che fanno parte di me.
Cosa pensi della situazione che vive la danza al momento a livello mondiale?
In Belgio, dove vivo, la situazione è alquanto difficile a momento perché ci sono stati molti tagli economici nel settore, quindi tutti “combattono” per le produzioni e per poter continuare a creare, ma credo questa sia una condizione diffusa un po’ ovunque, soprattutto è difficile farsi spazio e far apprezzare la danza al pubblico.
Un messaggio per i giovani che si affacciano alla danza adesso…
Una forte personalità aiuta in questo percorso, è importante avere personalità e credere in ciò che si fa.
Il tuo prossimo progetto a breve termine
Tornerò in Italia, alla Biennale di Venezia, con un gruppo di artisti romeni.
Lorena Coppola