Tradotta e diffusa in tutte le librerie a partire da Maggio 2011, arriva una raccolta di scritti, intitolata “Danzare oltre, scritti per la danza”(Edizioni Ephemeria), eseguita da Dominique Dupuy, danzatore e coreografo formatosi in seguito alle rivoluzioni coreiche del primo novecento.
Importante per aver contribuito all’affermazione della danza moderna in Francia, il ballerino, ormai ottantenne, nel suo libro afferma: “Io danzo come scrivo, e scrivo come danzo” e ancora “Uomo di danza, ecco cosa vorrei essere”. Tra le pagine di questo libro, infatti, è facilmente comprensibile che, nell’autore, da una forte e rara passione per la scrittura, è nata l’esigenza di comunicare, attraverso le parole, le sensazioni provate durante una lunga carriera artistica. Una carriera durante la quale Dupuy, svolgendo un grande lavoro di creazione, si è interrogato riguardo ai principali ambiti intorno ai quali ruota l’arte della danza: il corpo, il movimento, la stessa creazione, l’interpretazione e infine, ma non meno importante, la memoria. Questi, secondo lo stesso Dupuy costituiscono la maggior parte dei requisiti per essere “un uomo di danza”.
La prima parte del volume, intitolata “Scritti per la danza”, contiene una serie di scritti, accuratamente selezionati da Dupuy, il cui scopo è quello di rivelare alcuni degli aspetti più significativi del mondo della danza.
Nella seconda parte, “Giro d’Italia”, il danzatore traduce in parole l’esito di un itinerario percorso in Italia durante il quale, ha portato a termine un grande lavoro artistico, spingendosi oltre la danza.
Infine, la terza parte, un dvd, ci mostra la figura di Dominique Dupuy attraverso un’intervista e ci propone il suo ultimo lavoro coreografico, l’Estran.
“Scritti per la danza” è dunque un libro che viaggia attraverso il mondo della danza, e che, andando oltre, cioè soverchiando i suoi confini, ci mostra i suoi luoghi più ignoti.
Antonia Nedelcu