
La vicenda raccontata dalla serie Netflix racconta proprio la battaglia di Lidia Poët, a partire dal suo articolato ricorso contro questo provvedimento, presentato alla Corte di Cassazione, che confermò la sua decisione. Sui quotidiani italiani si accese il dibattito tra i sostenitori dei ruoli pubblici tenuti dalle donne, che erano in maggioranza e tra i contrari. Solo nel 1920, all’età di 64 anni, però, Lidia Poët entrò finalmente nell’Ordine, diventando ufficialmente avvocato.
La prima donna avvocato d’Italia, la torinese Livia Poët morì a Diano Marina all’età di 94 anni il 25 febbraio 1949 ed è stata sepolta nel cimitero di San Martino, in Val Germanasca.
Nella serie Netflix con Matilda De Angelis questo importante percorso di emancipazione femminile resterà sullo sfondo: farà costantemente parte della scenografia proprio come Torino.
La Lidia Poët di Netflix si muove nella Torino di metà Ottocento, indagando oltre le apparenze e i pregiudizi grazie anche all’aiuto del cognato Jacopo, un misterioso giornalista che le passa informazioni. Qualche elemento di ‘crime’ e un po’ di sana commedia che vuole far divertire il pubblico facendo riflettere su quanto si sia fatto per la condizione delle donne e quanto resti da fare.
Le riprese, che sono iniziate lunedì 20 settembre, andranno avanti fino a metà dicembre e si girerà anche ad Asti, proprio in questa occasione il Teatro Alfieri ospiterà le riprese per una scena tratta dal balletto Giselle. Sul palco, protagonista il Balletto Teatro di Torino-Classic nella celebre scena delle Willi, riproposta da Loredana Furno nell’allestimento della compagnia creato per Rudolf Nureyev nel 1989.
Redazione
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