
Balletto classico preferito?
Coppélia.
Balletto contemporaneo preferito?
Ce ne sono così tanti che preferisco non menzionarne nessuno.
Il Teatro del cuore?
Non ne ho uno. La mia compagnia si esibisce in teatri prestigiosi (Bolshoi, Joyce Theatre, New York City Center, Biennale di Venezia), ma accettiamo anche di esibirci in teatri molto piccoli in località remote. Tutti, secondo me, sono importanti quanto gli altri. 
Un romanzo da trasformare in un balletto?
Quel che il giorno deve alla notte di Yasmina Khaled e Breve soggiorno tra i vivi di Marie Darrieusecq.
Un film da cui trarre uno spettacolo di balletto?
Nessuno, anche se il cinema può aiutare a nutrire l’ispirazione. Nella nostra ultima creazione Take Back the Night il film di riferimento è Kill Bill di Quentin Tarantino.
Il costume di scena che hai indossato e che hai preferito?
Nessun costume preferito, ma ho un debole per le gonne per i ballerini che provengono inizialmente da pratiche urbane. È persino una firma nel mio lavoro.
Quale colore associ alla danza?
Un colore che non esiste.
Che profumo ha la danza?
Un odore che non esiste.
La musica più bella scritta per il balletto?
Non esiste una musica più bella di un’altra.
Il film di danza imperdibile?
Non sono un fan dei film di danza. Troppo spesso hanno sempre la stessa sceneggiatura… mi annoiano. Tranne forse Billy Elliot e la serie Opéra su OCS.
Due miti della danza del passato, maschile e femminile?
Ce ne sono così tanti… Citerò quelli che conosco personalmente: Marie-Claude Pietragalla e Guillaume Côté. 
Il tuo “passo di danza” preferito?
La piroetta, anche quella sulla mano o sulla testa!
Chi avresti voluto essere nella vita reale tra i personaggi del grande repertorio del balletto classico?
Preferisco ammirare questi personaggi. 
Chi è stato il genio per eccellenza dell’arte coreografica?
L’arte della coreografia è così difficile. Il riconoscimento non dipende solo dal talento di ogni coreografo… Non posso parlare di genio assoluto. Questa idea mi infastidisce persino. Io stesso non vorrei che la gente parlasse di me in quel modo un giorno. Detto questo, è improbabile! Ogni passo è pieno di significato…
Guardando indietro, se incontrassi Tersicore, cosa le diresti?
Mi concedi un ballo?
Tre parole per descrivere la disciplina della danza?
Linguaggio, Amore, Insieme. 
Come ti vedi oggi allo specchio?
Odio vedermi nelle foto. È un po’ come guardarmi allo specchio. Non ho alcun riguardo per me stesso. Guardo solo il mio lavoro che cerco di creare ogni giorno con la complicità di tutto il mio team di ballerini, musicisti, tecnici…
Michele Olivieri
Foto di Véronique Chochon
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