Il Sofia Classical Ballet ha portato, con successo, sul palcoscenico del Teatro Ciak di Milano “Il lago dei cigni” nell’allestimento originale e intramontabile del russo Lev Ivanov e del francese Marius Petipa (Ivanov curò gli atti bianchi del secondo e del quarto atto mentre Petipa curò il primo e il terzo atto) con le scenografie racchiuse in una cornice accurata di fondali dipinti (tipici dell’onirica poetica della scuola russa) e i preziosi ricami sui costumi a cura di Anastasia Spatar.
Nei ruoli principali Ada Gonzalez (principal dancer al “Teatrul de Balet Sibiu”) ad interpretare Odette, accanto a lei Ovidiu Iancu (principal dancer al Balletto Nazionale di Bucharest) nel ruolo di Siegfried.
La storia, ben nota a tutti, narra di un principe, erede al trono che dovrà scegliere la sua futura sposa durante i festeggiamenti nel giorno del suo compleanno. Al ballo sarà invitata anche l’affascinante Odette; la giovane però, vittima di un incantesimo che la trasformerà con le sue ancelle in candidi cigni, potrà assumere forme umane solamente durante la notte: maledizione che andrà scomparendo solo dopo una solenne promessa di matrimonio. I due giovani pertanto saranno ostacolati nel coronamento d’amore dalla perfida Odile, che durante il ballo assumerà le sembianze di Odette per farsi sposare dal principe. Quest’ultimo, una volta scoperto l’inganno, correrà al lago dalla sua amata per unirsi a lei (dal debutto del “Lago dei Cigni”, che ebbe luogo al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio del 1877 con la coreografia di Julius Wenzel Reisinger, parecchi i finali alternativi susseguiti nel tempo).
I danzatori sono risultati preparatissimi dal punto di vista tecnico e capaci di emozionare il pubblico, interpretando una storia del grande repertorio classico che trionfa sempre per pathos ed espressività. L’allestimento, in questa versione, ha acquistato notevole forza, allure e seduzione con una dimensione puramente rarefatta e penetrata da una serenità incantata. La coppia protagonista ha strappato ripetuti applausi a scena aperta unitamente all’interprete di Odile e a quello di Rothbart, i quali si sono fatti ammirare per la complice sinergia. Ada Gonzalez è risultata un’Odette eterea, bellissima, delicata, drammaticamente dolente con una tecnica sicura e dall’interpretazione raffinata; Ovidiu Ianco è apparso un Siegfried di eccellente musicalità e carismatica presenza scenica, dotato di totale pulizia e sicurezza tecnica, doti accompagnate da signorilità interpretativa.
Calorosa manifestazione di consenso, accompagnata da battimani ed esclamazioni di lode da parte degli astanti per le splendide variazioni in scena, le grandiose costruzioni geometriche dei cigni, l’irresistibile passo a quattro dei cignetti (immune da difetti in totale sincronia di teste e gambe) e per gli struggenti pas de deux con un impatto visivo esaltante tra il soave bianco dei tutù e l’aria crepuscolare, la musica suggestiva, lo scenario fiabesco e le coreografie con braccia fluttuanti ed ampissime. La versione del Sofia Classical Ballet, complicata e impegnativa, ha richiesto all’intero ensemble capacità e forza nelle gambe ma soprattutto il rigoroso studio della danza classica con tutti i crismi dello stile.
A dirigere l’Orchestra Filarmonica “Musica in Scena” l’attento maestro Paolo Marchese a sottolineare la tragicità e il romanticismo della maestosa musica di Tchaikovsky.
La Compagnia è stata fondata nel 2005 da ballerini provenienti da celebri Teatri della Bulgaria e attualmente è una delle formazioni più prestigiose nel loro paese. Il motivo della sua creazione è stata la necessità e la prospettiva di dare vita a un gruppo giovane con un notevole potenziale artistico nell’arte del balletto classico e nella conservazione della disciplina madre. I danzatori sono diplomati nelle migliori scuole come il “Rousse State Ballet”, “National Opera e Ballet di Bucarest”, “National Opera e Ballet di Sofia”, “Macedonian National Ballet”, “Moscow Academic Ballet School”, “State Academic School of Choreography ‘Vaganova’ di San Pietroburgo”, “Liceu de Coregrafie ‘Floria Capsali’ di Bucharest”, l’Opera di Oslo e il Ballet Nacional de Cuba al fine di fornire reali opportunità di rendimento al loro innato talento.
Due ore di appassionata danza e musica in cui fouetté, croisé, plié, arabesque e piroette sono stati il tramite per tutti gli amanti del genere, in cui il sogno e la realtà si sono congiunti tra cigni bianchi e neri, tra il bene e il male in un affresco sulle due punte!
Michele Olivieri
Foto di Giovanni Daniotti e Ovidiu Matiu
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